Non c’erano abbastanza prove e comunque non si poteva dimostrare che quel pugno lo avesse dato il presidente del Consiglio comunale Nino Luca. La giudice di pace di Catania ha deciso ieri, a tre anni dal fatto, l’assoluzione per il politico di Motta Sant’Anastasia, accusato dal consigliere di opposizione Concetto Roccasalva di lesioni personali. Nello specifico, un colpo in faccia che avrebbe raggiunto Roccasalva a margine di una concitata seduta del senato cittadino sull’albo delle associazioni. Sono i primi giorni di dicembre 2015 e, dopo una lunga serie di polemiche che hanno coinvolto anche il sindaco Anastasio Carrà, la situazione in aula degenera. Finché non vengono chiamati i carabinieri e Roccasalva, l’indomani mattina, sporge una querela per aggressione.
Al centro della polemica c’era la possibilità per gli sbandieratori dei tre rioni di Motta di essere iscritti all’albo comunale delle associazioni. Cosa che avrebbe loro permesso di accedere ai fondi del cinque per mille. Dopo il voto, il primo cittadino Carrà si allontana dall’aula tra le urla e sulla porta della stanza consiliare rimangono ad affrontarsi Roccasalva – di Autonomia mottese – e il presidente del Consiglio comunale Luca. La situazione precipita ulteriormente : «Ho visto Nino Luca caricare il braccio per colpire Roccasalva», le parole della consigliera Annalisa Puglisi a MeridioNews. Lui stesso poi interveniva: «Luca mi ha dato un pugno. Almeno, io l’ho percepito come tale». L’accusa era sempre stata respinta dal presunto aggressore, che aveva parlato di una grande tensione ma nulla di più: «Qualche spintone possibilmente ci sarà stato – premetteva il presidente del consiglio – Ma pugni o schiaffi non me ne ricordo».
«La prima udienza di fronte al giudice di pace si è svolta a novembre 2016 – dichiara a questa testata Antonio Patti, avvocato di Nino Luca – Da allora se ne sono svolte otto». In totale sono stati sentiti quattro testimoni, due per parte, oltre ai tre ulteriori racconti raccolti dai carabinieri la sera del Consiglio comunale. Di quel momento, però, non ci sono registrazioni video: il fatto si è verificato in un momento di sospensione, quando le telecamere non stavano immortalando quanto avveniva in municipio. «La verità è che il mio assistito è stato pesantemente ripreso e insultato e in quel momento la situazione era incontrollabile – continua Patti – Abbiamo spiegato in tribunale che gli spazi erano troppo angusti, provandolo anche con del materiale fotografico, e che con quella grande confusione non era possibile stabilire chi abbia dato quel pugno, se di pugno si è trattato».
Una versione che pare avere convinto la magistrata che ha celebrato il processo per lesioni personali. «Cinque persone hanno detto di avere visto Luca colpirmi, mentre i loro due testimoni hanno raccontato di non avere visto niente», spiega a MeridioNews Roccasalva. «Devo ammetterlo, sono molto amareggiato: ho presentato il referto dell’ospedale di Paternò che mi dà quattro giorni di prognosi e diagnostica una lieve lesione all’occhio, a ulteriore dimostrazione che sono stato colpito. Un pugno o uno schiaffo non so dirlo, ma si tratta comunque di un’aggressione. Aggravata ulteriormente dal fatto che siamo due esponenti delle istituzioni». Con un tempestoso passato alle spalle: nel 2008, Luca presentò una querela per diffamazione contro Roccasalva. La vicenda giudiziaria si è conclusa nel 2010 con l’assoluzione di quest’ultimo. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza – conclude il consigliere aggredito – e valuteremo se proporre ricorso in Appello».
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