Soddisfazione. Felicità. Ma anche la consapevolezza che la strada da affrontare è ancora lunga e piena di incognite. All’indomani della notizia del diniego dell’Autorizzazione integrata ambientale alla Oikos spa e la chiusura – a meno di eventuali ricorsi – dell’impianto di gestione dei rifiuti di contrada Valanghe d’inverno, i comitati No discarica di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco non perdono di vista l’obiettivo: la salute dei cittadini. Quella – come hanno sostenuto per anni – messa in pericolo da un impianto sorto a cinquecento metri dalle abitazioni e non, come previsto per legge, a cinque chilometri. «Tutte tesi sminuite negli anni, ma avevano fondamento», afferma Danilo Festa, coordinatore del gruppo mottese.
Il doppio impianto di contrada Tiritì (ormai saturo e destinato alla bonifica) e di Valanghe d’inverno ricade sui confini del Comune di Motta, ma è più vicino a quello di Misterbianco. Sono i cittadini di quest’ultima quelli investiti prima dagli odori nauseabondi e che hanno iniziato già nei primi anni Duemila la lunga battaglia contro l’impianto gestito dalla Oikos spa, al centro di un’indagine della magistratura di Palermo. «Siamo molto felici del fatto che una battaglia che sembrava impossibile arrivi a questo punto – esclama Josè Calabrò, attivista di Misterbianco – È una lotta per la salute e il diritto alla vita che oggi ha avuto un nuovo riscontro della sua fondatezza». Quella che Calabrò definisce «Davide contro Golia. Eravamo agli arresti domiciliari per la puzza!», esclama con amarezza.
Un punto di svolta viene individuato nella relazione dei tecnici chiamati a indagare dall’ex assessore regionale all’Ambiente Nicolò Marino. Ma la storia dei comitati parte da prima e fornisce proprio ai dirigenti regionali del materiale importante. «Abbiamo raccolto documenti che raccontavano le illegittimità, abbiamo manifestato, raccolto firme, siamo scesi in strada», racconta l’attivista. «In questi giorni ci ha risposto anche la Commissione europea, il nostro ricorso sta andando avanti anche lì». «Oggi siamo estremamente soddisfatti: avevamo ragione», le fa eco Festa.
Ma il pensiero vola subito a cosa accadrà nelle prossime settimane, quando l’azienda dovrà presentare il piano di ripristino ambientale. «Staremo a vigilare sulle prossime mosse dell’Oikos. In caso di loro ricorso saremo pronti a opporci», garantisce Danilo Festa. «Chiederemo al presidente della Regione Rosario Crocetta l’atto formale di annullamento dell’ampliamento», aggiunge Josè Calabrò. Che mette sul tavolo le altre problematiche che lo stop imposto ieri porta con sé. «La strada da seguire è quella dei rifiuti zero, ma si devono individuare i siti nei quali temporaneamente andranno portati i rifiuti». E, tema da non sottovalutare, «bisognerà prestare attenzione alla ricaduta occupazionale».
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