«Un ecomostro che si trova a due passi dai territori di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco rende la vita dei cittadini angosciante». È questo l’assunto da cui sono partite l’interrogazione e l’interpellanza delle deputate catanesi del Movimento 5 stelle Jose Marano e Gianina Ciancio, depositate al presidente della Regione, Nello Musumeci, e all’assessore all’Ambiente, Alberto Pierobon. Chiedono, da una parte, chiarimenti sulla richiesta del rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per la discarica di Valanghe d’inverno, nel Comune di Motta Sant’Anastasia e, dall’altra, l’attivazione della procedura di valutazione di impatto sanitario sul progetto di impianto di trattamento di percolato (il liquame che trae origine dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi) presentato lo scorso anno dalla società Oikos sullo stesso territorio.
«Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, non può restare indifferente e i cittadini non possono pagare con la vita la mala gestione della cosa pubblica. Non può continuare a passare inosservata questa situazione – afferma Marano – è necessario verificare il grado di alterazione ambientale dell’area dovuto alla presenza della discarica Valanghe d’inverno e a quella dismessa di contrada Tiritì. Bisogna poi – aggiunge la deputata – controllare l’incidenza dei fattori inquinanti sullo stato di salute delle persone che abitano nei territori coinvolti con una indagine epidemiologica». Autorizzata per la prima volta nel settembre del 1983, la discarica di contrada Tiritì è, in quel periodo, di proprietà della ditta Proto-Pappalardo. È l’aprile del 2006 quando la proprietaria dona l’azienda ai figli che la trasformarono in una società a responsabilità limitata: la Oikos Srl. Poco più di un anno dopo, diventa la società per azioni Oikos Spa. Inizialmente autorizzata a ricevere solo rifiuti urbani, assimilati e fanghi di depurazione, nel 2007 la discarica si amplia con un nuovo impianto di recupero energetico del biogas e una nuova struttura per la frantumazione degli inerti (materiali usati nelle costruzioni). Il recupero del biogas viene effettuato, fino al dicembre del 2011. La discarica Tiritì viene chiusa nel 2014. «Non è più in attività – dice Marano – ma è vero che comunque l’intera area non è mai stata bonificata. Per cui, chiediamo che si verifichi se ci sono stati effetti negativi dovuti a fattori inquinanti».
Ad oggi è ancora in attività la discarica di Motta Sant’Anastasia Valanghe d’inverno che si estende per una superficie di circa trenta ettari e accoglie i rifiuti provenienti da diciannove Comuni. Da anni, l’intera zona è interessata da forti emissioni odorigene. «Quella discarica è una bomba ecologica. Da studi effettuati da esperti dell’università di Catania, si evince che le emissioni di metano arrivano a valori anche dieci volte superiori alla media», sostiene Marano. Nello specifico, il laboratorio mobile di olfattometria dell’università etnea, con tre recettori – due dei quali nel centro abitato di Misterbianco e uno in quello di Motta Sant’Anastasia – dal 6 al 25 luglio 2016, ha condotto uno studio sulla qualità dell’aria. È in quella occasione che viene rilevata la variazione della concentrazione di metano, in particolare, nelle ore notturne e nelle prime ore del mattino. Le oscillazioni rilevate sono comprese tra i valori di 2,5 e 10 volte superiori rispetto alla concentrazione media.
Una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione, nell’aprile del 2017, sblocca l’istanza di rinnovo per l’Aia della discarica di Oikos. Nonostante le promesse dell’allora governatore Rosario Crocetta e la manifestazione dei Comitati No Discarica di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, il collegio dà il via libera ambientale alla struttura che può, dunque, continuare a lavorare. «Il diritto alla vita, alla salute a vivere in un ambiente salubre dovrebbero essere condizioni base garantite a ogni cittadino. È per questo che chiediamo alle istituzioni locali che ci diano gli strumenti per poter lavorare sulla questione che affligge, da decenni, questo territorio».
Per legge, è prevista anche la valutazione di impatto sulla salute (Vis): «Una combinazione di procedure, metodi e strumenti con i quali si possono stimare gli effetti potenziali sulla salute di una popolazione di una politica, di un piano o di un progetto». Così viene definita all’articolo nove della legge del 28 dicembre 2015. In pratica, una metodologia per favorire, nei processi di valutazione e decisione, le alternative a minor impatto ambientale. «All’inizio del mese di maggio – spiega Marano – il consiglio comunale di Motta Sant’Anastasia ha votato all’unanimità per la richiesta della Vis relativa agli effetti sulla salute della popolazione dovuti alla presenza di quella discarica. E il Comune di Misterbianco ha espresso parere negativo al rinnovo dell’Aia alla Oikos perché non è dotata di un idoneo impianto di biostabilizzazione, per vicinanza al centro abitato e per il pericolo per la salute pubblica».
Nei giorni scorsi, all’Ars è arrivata anche un’interpellanza a firma della deputata catanese del M5s, Gianina Ciancio, che chiede al presidente Musumeci e all’assessore Pierobon di «avviare una forte azione di tutela nei confronti della aree oggetto della richiesta di impianto di percolato, attivandosi per richiedere l’espletamento della valutazione di impatto sanitario». Contemporaneamente, anche il deputato alla Camera Luciano Cantone ha fatto richiesta al ministero dell’Ambiente per una indagine epidemiologica sulla zona con interventi per verificare il grado di alterazione ambientale dell’area dei due Comuni in provincia di Catania.
Il 7 agosto dello scorso anno, Oikos presenta alla Regione un progetto per un impianto di trattamento di percolato nel territorio di Motta Sant’Anastasia. L’area individuata dalla società è in via Verdi 44/b, accanto alle due discariche di rifiuti solidi urbani. Nell’interpellanza, la deputata fa riferimento ai disagi che queste hanno comportato. «Dallo stravolgimento del paesaggio dei Sieli agli insopportabili miasmi che sono stati oggetto anche di innumerevoli proteste e denunce, anche di carattere penale, da parte dei cittadini – spiega Ciancio – adesso ancora più preoccupati per la costruzione di un impianto per il trattamento del percolato che aggraverebbe i rischi per il territorio e la salute».
L’amministrazione comunale di Misterbianco, lo scorso ottobre, ha presentato agli assessorati regionali competenti alcuni elaborati in cui denuncia la situazione e chiede che non venga consentito di aggravare gli effetti sul territorio con altri impianti di trattamento dei rifiuti. Il consiglio comunale di Motta Sant’Anastasia, intanto, ha promosso una commissione speciale di studio e monitoraggio sulle discariche che ha richiesto di conoscere i dati epidemiologici sull’evoluzione dello stato di salute della popolazione locale. Nell’interpellanza alla Regione si chiede di poter «valutare gli impatti diretti e indiretti nel lungo periodo della proposta di Oikos, definendo e quantificando gli effetti negativi sulla salute e di considerare anche altre eventuali proposte alternative che propongano mitigazioni dei potenziali effetti negativi e riducano anche i costi sanitari».
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