Nel carcere di Augusta, in provincia di Siracusa, due persone in sciopero della fame da alcune settimane sono morte, a distanza di pochi giorni. Lo comunica il Garante nazionale delle persone private della libertà che, in una nota, «richiama l’attenzione pubblica sulla necessità della completa informazione che deve fluire dagli istituti penitenziari all’amministrazione regionale e centrale affinché le situazioni problematiche possano essere affrontate con l’assoluta attenzione che richiedono. Mentre molta doverosa attenzione è stata riservata allo sciopero della fame nel caso di una persona detenuta al 41-bis, con interrogativi che hanno anche coinvolto il mondo della cultura e l’opinione pubblica, oltre che le Istituzioni, nella casa di reclusione di Augusta il silenzio ha circondato il decesso di due persone detenute avvenute a distanza di pochi giorni, ambedue in sciopero della fame rispettivamente una da 60 l’altra da 41 giorni. Quest’ultimo, ergastolano, protestava perché sin dal 2018 aveva richiesto l’estradizione nel proprio Paese».
Il Garante nazionale «non intende assolutamente sollevare problemi relativi all’assistenza che queste persone possono avere avuto nell’Istituto e all’adempimento dei protocolli che sono previsti in simili casi. Intende però richiamare la necessità di quella trasparenza comunicativa che, oltre a essere doverosa per la collettività, può anche aiutare a trovare soluzioni in situazioni difficili perché non si giunga a tali inaccettabili esiti».
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