«L’informazione in queste settimane ha parlato di fatti che per oltre 95 per cento non corrispondono a verità. Si è diffusa una campagna mediatica che sta rischiando di inquinare le indagini che sono in corso». A parlare, raggiunto al telefono da MeridioNews, è Mirko La Martina, avvocato che assiste la donna che lo scorso 26 maggio si trovava in via Passo Gravina sul luogo dell’incidente in cui è rimasto vittima Joshua La Rosa, il 29enne che in quel momento, come faceva di frequente, stava percorrendo l’arteria a bordo della sua bicicletta per recarsi a lavoro. Secondo alcune testimonianze La Rosa avrebbe riportato delle ferite agli avambracci e alle gambe: una descrizione del momento che ha portato a sostenere che la bici del giovane era stata colpita da un’automobile che poi si sarebbe data alla fuga. Tra gli indiziati per la morte di La Rosa è finita una donna, che adesso risulta indagata.
L’avvocato precisa alcuni passaggi. «Subito dopo la caduta la signora è stata la prima automobilista a fermarsi e ha chiamato i soccorsi, avendo visto il ragazzo a terra – afferma La Martina – Poi ha lasciato i suoi contatti agli agenti per ricostruire la dinamica. Le altre cose che sono state dette finora non sono altro che fake news. Si è parlato addirittura di un’automobile pirata e che ci sarebbero delle immagini. Non è assolutamente così». Intanto proseguono le indagini, disposte dalla procura, che hanno visto la collaborazione dei vigili urbani. Sulla vicenda sono in corso anche degli accertamenti tecnici per «capire il reale motivo che ha determinato la caduta. Ritengo sia opportuno mantenere il massimo riserbo per consentire alle persone impegnate nell’indagine di svolgere il proprio lavoro – continua La Martina – La famiglia di La Rosa è già da settimane a conoscenza che la donna è indagata. Da qualche giorno, però, qualcuno ha deciso di diffondere informazioni quanto più lontane rispetto a quelle in nostro possesso. E non ne capisco il motivo».
Intanto lo scorso 18 giugno era stato istallato un cartello pubblicitario proprio sopra la ghost bike bianca – una bici ricordo – che commemorava La Rosa. Il cartellone, poi risultato abusivo, dopo pochi giorni è stato rimosso dal Comune. Il nostro giornale aveva provato a raggiungere la ditta Comunica, proprietaria del cartellone, cercando di contattare il recapito che riportava il cartello, ma il numero non risultava attivo. Dopo essere stata raggiunta, la ditta fa sapere a MeridioNews che si scusa per quanto accaduto. Il proprietario fa sapere «di essere molto amareggiato per quanto successo». Il cartellone avrebbe dovuto essere installato in un’area privata poco distante. Tuttavia ci sarebbe stato un errore da parte di alcuni operai della ditta. I quali – sempre secondo quanto comunicato alla nostra testata – non sapevano che si trattasse di una elemento commemorativo. Il Comune di Catania, come previsto dalle norme, in presenza del cartellone abusivo è intervenuto per la rimozione.
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