Morire di parto. “I diritti trattati come capitoli di spesa”. Parla Monica Modica, che mette in luce la cattiva coscienza del Megafono di Rosario Crocetta

Antonella Seminara è morta. E il Governo regionale fa lo scarica barile e chiama in causa Roma. Ma…

Dice un vecchio proverbio siciliano: “Quannu arrubaru a Santa Chiara ci misiru i catini”. Insomma, solo dopo che sono arrivati i ladri e si sono presi tutto, lo Stato ha inviato le forze dell’ordine… La stessa cosa è avvenuta con la povera donna di Gangi – Antonella Seminara – morta nella notte tra domenica e lunedì. Uccisa da una sanità pubblica siciliana delirante. Non per responsabilità dei medici, come cercano di farci credere. Ma per precise responsabilità amministrative e politiche che la politica siciliana cerca adesso vergognosamente di nascondere.

Oggi il Governo regionale corre ai ripari. Lo fa in modo scomposto. Negando ciò che ha fatto appena due mesi fa. Ne è testimone Monica Modica (nella foto a sinistra), che fino a due mesi addietro era la responsabile del Megafono per gli arcipelaghi siciliani.

Proprio in seguito alle scelte amministrative adottate dal Governo della Regione Monica Modica ha lasciato il Megafono. Oggi continua ad occuparsi degli arcipelaghi siciliani. Lo fa con “Trapani cambia”. Normale, visto che una parte del suo tempo lo passa a Favignana.

“La riorganizzazione dei punti nascita in Sicilia – racconta Monica in un comunicato – è stata fatta in seguito all’accordo Stato-Regioni del 18.1.2011. La storia della sua applicazione nel nostro territorio è esemplare. Prendi un ottimo testo, che ha come scopo ‘la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”.

“Estrapoli un criterio, raccomandato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – prosegue – che indica le 500 nascite all’anno come standard che assicura statisticamente maggiore sicurezza ai parti. Ignora che tale raccomandazione vale per territori in cui il bacino di utenza raggiunge con facilità il reparto di ostetricia più vicino. E ne viene fuori il taglio ex abrupto delle strutture”.

“Certo – aggiunge Monica Modica – l’allora assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, insieme all’allora dirigente generale del settore, Lucia Borsellino (oggi assessore a sua volta) deve avere pensato di aver trovato l’uovo di Colombo: bisognava risparmiare, meglio di così come si poteva fare? Peccato che la Sicilia è grande: peccato che qui abbiamo pure isole e paesi di montagna lontanissimi dagli ospedali che fanno più di 500 parti all’anno”.

Ma la Regione i Punti nascita nelle aree disagiate – nei Paesi di montagna e nelle isole Eolie e a Pantelleria – li ha chiusi lo stesso. Li ha chiusi meno di due mesi fa il Governo di Rosario Crocetta. Sì proprio lui, il presidente della Regione che, davanti alla tragica fine di Antonella Seminara – operata d’urgenza di parto cesareo in un ospedale privo di Rianimazione e ‘assistita’ da un elicottero dell’Elisoccorso arrivato dopo tre ore! – dice: “Femminicidio di Stato”. E la Regione dov’era?

“Una storia esemplare questa”, dice oggi Monica Modica, che due mesi fa ha accompagnato una donna di Pantelleria a Palermo, visto che nella sua isola non poteva partorire. “Una storia – aggiunge – che ci dice come le giuste idee possano produrre effetti deleteri”.

“La dimostrazione – precisa sempre Monica Modica – che non tutte le politiche sono uguali: ci sono quelle che trattano i diritti come capitoli di spesa e ci sono quelle che progettano le spese in base ai diritti”.

In Sicilia, grazie ai Governi di Raffaele Lombardo e di Rosario Crocetta siamo inseriti, d’ufficio, nella prima categoria: ovvero tra le Regioni che trattano i diritti come capitoli di spesa. Prendiamone atto.

“Era proprio necessaria la tragedia di Nicosia per rendersene conto?”, chiede e si chiede Monica Modica.

 

Giulio Ambrosetti

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