Undici casi all’ospedale di Caltagirone, uno al Cannizzaro di Catania, uno al Policlinico e due al Garibaldi Nesima. Sono i dati sul morbillo in provincia di Catania. «È un fenomeno che, fino a quando non ci saranno le nuove generazioni tutte vaccinate, si verificherà sempre. In particolare, qui c’è un focus perché non si è raggiunta l’immunità di gregge». È Sergio Pintaudi, il referente per la Sicurezza sanitaria regionale e direttore del dipartimento Emergenza all’ospedale Garibaldi di Catania a spiegare a MeridioNews che in Sicilia per il morbillo si resta al di sotto della soglia di vaccinazione di gregge, ovvero la percentuale di persone vaccinate che riesce a garantire di evitare la malattia anche a chi non lo è.
Durante lo scorso mese di gennaio, su 163 casi nazionali, solo tre sono stati registrati sull’Isola. A febbraio, come riporta oggi La Sicilia, i numeri sono saliti ma dall’Asp etnea parlano di una «recrudescenza in tutta Italia». Nel Catanese si tratta soprattutto di giovani tra i 20 e i 30 anni, nati negli anni in cui il vaccino per il morbillo non era già più obbligatorio. In particolare, all’ospedale di Caltagirone – dove gli undici casi provengono anche da altri territori come l’Ennese – a essere ricoverati sono infatti «ragazzi fuori dall’obbligo vaccinale dai 25 ai 30 anni. Due di questi – confermano dall’Asp a MeridioNews – sono arrivati con insufficienze respiratorie poi superate».
All’ospedale Cannizzaro di Catania a febbraio è stato diagnosticato un solo caso a un ragazzo ventenne che, non avendo avuto nessuna complicazione, è stato dimesso. Al Garibaldi Nesima a essere ricoverato in Malattie infettive, al momento, è un uomo di 31 anni con «un caso severo di morbillo che quando è arrivato aveva anche difficoltà a respirare ma, adesso, sta meglio e non è in pericolo di vita», fanno sapere da fonti del nosocomio. Il secondo caso è una donna arrivata in mattinata al Pronto soccorso cui è stato diagnosticato il morbillo e che è stata ricoverata. «Non c’è un allarme – dicono dalla struttura ospedaliera – è un trend che si mantiene più o meno costante, abbiamo avuto casi di morbillo anche nelle scorse settimane».
Nessun allarme e nessun allarmismo, quindi «anche se sarebbe bene se ci fosse una vera sensibilità sull’argomento anche a livello politico con delle serie campagne mirate di sensibilizzazione – afferma Pintaudi – Oltre a questo i no-vax dovrebbero capire che non si muore di morbillo ma le sue complicanze possono essere determinanti specie in soggetti più deboli». Lo scorso anno quasi un caso su due si è registrato in Sicilia e a Catania sono morti quattro adulti e un bambino, tutti soggetti fragili o giù debilitati da altre patologie: una donna di 38 anni a gennaio, una giovane di 25 anni a marzo e il bambino di dieci mesi ad aprile. Nel settembre dell’anno prima era deceduto nel capoluogo etneo anche un 42enne agrigentino. Tutti soggetti fragili o già debilitati da altre patologie.
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