Monti ‘taglia’ e a Palermo c’è chi non può mangiare

C’è una Palermo che continua a vivere, anche se riducendo i consumi. Soprattutto quelli voluttuari. C’è una città fatta di famiglie che ormai fanno i salti mortali per arrivare a fine mese. E c’è che una Palermo che e fine mese non ci arriva più. E che forse non arriva a metà mese. Persone, qualche volta intere famiglie, che non riescono più a mettere d’accordo il pranzo con la cena. E che, quasi ogni giorno, in numero sempre crescente, si rivolgono alle mense dei poveri.

Di questi parla il consigliere comunale Alberto Mangano. Che spiega: “Il recente rapporto 2012 sulla povertà e l’esclusione sociale redatto dalla Caritas è un campanello d’allarme al quale la politica non può sottrarsi. E’ s compito dare risposte concrete a brevissimo termine. Tra le città in sofferenza,Palermo, come altre del Sud, e forse più di altre realtà, presenta casi di bisogno e di sussistenza sempre in aumento”.

La fame, a Palermo, non è mai scomparsa. Ma, soprattutto nell’ultimo ventennio, è rimasta confinata in alcune aree della città. Da quando a Roma Governa Mario Monti la povertà, nel capoluogo siciliano, dilaga. Complice anche il passato Governo regionale, che non è riuscito nemmeno a spendere le risorse europee. E complice, anche, la passata amministrazione comunale, che ha dilapidato le risorse finanziarie tre precariato e clientele varie. 

Così, nell’ultimo anno, le mense dei poveri registrano un aumento di commensali. Frequentate anche da persone che, fino a qualche anno fa, mai e poi mai avrebbero pensato di affollare le mense destinate a chi è rimasto senza soldi per acquistare il cibo. E c’è anche il dubbio – purtroppo – che lo sforzo fatto in questo ultimo anno per fronteggiare la fame non basti.

“Per questa ragione – continua il consigliere Mangano – ho deciso di presentare una mozione in Consiglio comunale per impegnare l’amministrazione a fare un censimento di tutte le mense pubbliche già esistenti nel territorio comunale (ospedali, istituti scolastici, caserme, ecc.), al fine di creare un rapporto solidale con queste e poter offrire un pasto a costo adeguato a chi non può permettersi più di procurarsi cibo”.

Mangano ipotizza anche altre modalità, sempre per fronteggiare l’emergenza di chi ha fame, già adottate da altre città come l’emissioni di ticket per fascia di reddito.

“Questa amministrazione – conclude Mangano – può essere in grado, pur tra mille problemi, di dare un segnale forte alla città, occupandosi proprio delle fasce più deboli della popolazione come atto di solidarietà rispetto alla macelleria sociale del Governo Monti”.

Redazione

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