Un risparmio di 42 milioni di euro togliendoli finalmente dalle tasche dei parlamentari di Camera dei deputati e Senato della Repubblica. Questa la proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle. Il provvedimento è stato già consegnato al presidente della Camera, Laura Boldrini, e al collegio dei Questori di Montecitorio.
Il disegno di legge porta la firma del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, e dai segretari di presidenza Claudia Mannino e Riccardo Fraccaro. Due le linee di intervento. La prima dovrebbe incidere sui costi di ogni singolo parlamentare, la seconda sugli incarichi dei vicepresidenti, dei questori e dei segretari.
Vediamo, adesso, di scendere nei particolari. Per i parlamentari comuni, i grillini propongono il dimezzamento secco dellindennità: dagli attuali 10 ila e 435 euro lordi si dovrebbe passare a a 5 mila euro. La proposta d legge dovrebbe incidere anche sulle diarie e sui rimborsi. Oggi questi vengono corrisposti in modo forfettario e piuttosto generoso. Di fatto, ogni parlamentare, altre allindennità, ogni mese, si porta a casa una cifra che parte da 8.600 euro e non si sa a quanto ammonti alla fine.
Con la proposta di legge del Movimento 5 Stelle diarie e rimborsi verrebbero accorpati in una singola voce. Rimborsando, però, solo le spese effettivamente sostenute e rendicontate. Con la previsione di non superare il massimo di 8.559 euro.
Poi ci sono gli incarichi speciali. I grillini propongono di azzerare le attuali indennità, che oggi si attestano intorno ai 4 mila e 446 euro al mese per i vicepresidenti e a 3 mila e 181 per i segretari di presidenza. Vice presidenti e segretari salverebbero solo una linea telefonica dedicata, solo in caso di necessità effettive legate alla reperibilità di carica. Insomma, basta anche con le telefonate a sbafo.
Con questi piccoli risparmi, fanno sapere i parlamentari del Movimento 5 Stelle, si risparmierebbero 42 milioni di euro. Il piano, fanno sapere i grillino, non prevede licenziamenti di personale addetto alle segreterie.
In realtà, il risparmi potrebbe essere maggiore, perché la proposta non tocca le cosiddetta indennità accessorie legate alle cariche interne alle commissioni legislative permanenti, temporanee e speciali. Così come non viene toccata la Presidenza della Camera dei deputati.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, aveva detto di essersi ridotta lo stipendio del 30 per cento. I grillini sono andati a verificare e hanno scoperto che lindennità ha subito una decurtazione del 7 per cento circa.
Discorso analogo per il presidente del Senato, Piero Grasso, che qualche giorno fa è piombato in Sicilia per incontrare il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Grasso ha detto di essersi ridotto la propria indennità e invitato lArs a fare lo stesso. Invito corretto. Anche se Grasso deve ancora far sapere se la sua indennità decurtata di presidente del Senato si somma alla sua pensione di ex magistrato o se, invece, ha rinunciato alla stessa pensione.
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