«Perché hai voluto l’acqua? Delinquente, stupido, perché hai voluto l’acqua e poi non la bevi? ti do tanti di quegli schiaffi, bestione». È solo una delle frasi intercettate dagli agenti della Squadra mobile di Ragusa nell’asilo comunale De Amicis di Modica. Le indagini sono iniziate a maggio 2015, in seguito a una serie di denunce da parte dei genitori che avevano notato la resistenza dei figli ad andare nella struttura, e si sono protratte fino a novembre dello stesso anno. Al centro dell’attenzione il comportamento di due maestre, Giuseppina Nicolosi e Graziella Spadaro, nei giorni scorsi rinviate a giudizio con l’accusa di maltrattamenti nei confronti dei bambini, con l’aggravante di aver abusato dei poteri e in violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione.
In un primo tempo il giudice per le indagini preliminari aveva rigettato la richiesta di misura cautelare nei confronti delle due maestre, di 45 e 49 anni, poiché i comportamenti violenti non sono stati considerati in numero tale da potere fare temere una reiterazione del reato. Ciò ha portato la procura a chiedere comunque il rinvio a giudizio che è stato poi disposto dal giudice per le indagini preliminari.
A incastrare le due donne sono state le telecamere nascoste installate dagli investigatori all’interno dell’asilo. Riprese che, nel corso dei mesi, hanno fatto emergere i loro comportamenti non consoni, con diversi casi in cui la perdita della pazienza è stata accompagnate da minacce e ritorsioni. «Alzati, ti do tanti di quegli schiaffoni! Sei un bambino insopportabile!», si sente nelle registrazioni. In un altro caso la richiesta è quella di non venire più all’asilo. «Sto chiamando il preside che è sopra e glielo dici al preside e alla mamma, e te ne vai a casa tua e non vieni più però, e dici io devo trovarmi un’altra scuola».
L’insofferenza delle maestre sembra emergere con facilità. «Ce la smetti? Non ti sopporta più nessuno, guarda che schifo, vai a casa ad asciugarti il naso», dice una delle due indagate. Oppure, alla richiesta di andare in bagno, l’insegnante replica: «A casa tua la fai, la cacca». Frasi pesanti anche nei confronti di chi si lamenta di essere lasciato solo dai compagni – «quest’altro rimbecillito è un tormento e poi si permette di dire che i compagni non vogliono giocare con lui, vergognati» – così come di chi piange: «Se piangi ancora ti lascio solo», si sente nella registrazione.
Nei mesi scorsi era stato il preside a richiamare in alcune occasioni le due donne, invitandole a mantenere un contegno maggiore in aula. Sollecitazioni che tuttavia non hanno modificato di molto l’atteggiamento delle maestre, che adesso saranno giudicate dal tribunale.
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