MIS, al via la Costituente Indipendentista “per una Sicilia libera”

Dal Mis, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, riceviamo e pubblichiamo l’appello per una costituente indipendentista siciliana:

Appellu dû Mis: Avemu ‘n-sonnu e ci ‘a putemu fari!

Abbiamo un sogno possibile! We have a dream, we can!

Il tempo che stiamo vivendo è pieno di trasformazioni grandi e rapide, quasi apocalittiche. Si aprono opportunità di riscossa, e sensibilità nella Nazione siciliana che prima non si avvertivano. Ma ci sono anche pericoli di distruzione totale della base produttiva Siciliana, delle sue istituzioni, della sua cultura che non possiamo sottovalutare.

Non è il momento di fare testimonianza o di attendere. È il momento di agire.

La vicenda tragica del Governo Crocetta si avvia, comunque, al termine. Ora, o fra tre anni al massimo, i cittadini siciliani saranno chiamati di nuovo alle urne. Ma, se non troveranno un’alternativa credibile, chiunque “salga” dopo Crocetta, non cambierà niente. I nostri diritti continueranno ad essere calpestati e venduti. I furti dell’Italia alla Sicilia sono crescenti e ormai insostenibili in prospettiva.

Noi, come MIS, abbiamo l’obbligo di offrire per allora un’alternativa indipendentista ai Siciliani: una vera e propria classe dirigente che conquisti il potere a livello locale e “regionale”, per trasformare poi il “regionale” in nazionale, cioè per guidare, quanto più rapidamente possibile, la nostra Sicilia verso la completa libertà e sovranità, senza più la palla al piede chiamata “Italia”.

Se non partiremo da questo, se non daremo questa possibilità, non potremo mai sperare. In chi? Nei partiti nazionali? Con tutto il rispetto (e non lo dico con ironia), nel Movimento 5 Stelle? No! I Siciliani devono avere la possibilità di votare Siciliano, e i partiti indipendentisti, per primi, hanno l’obbligo di dare un’offerta politica credibile.

Per evitare le infinite riunioni per “mettere insieme tutte le anime”, partiamo intanto dall’indipendentismo che c’è, che c’è stato in tutti questi anni. Partiamo – se è possibile – da un accordo di base tra il MIS e il FNS, ma andiamo oltre queste stesse strutture, che avrebbero solo il compito di fare da “garanti” per le candidature. Non rivolgiamoci più alle “sigle”, alle “associazioni”, che pure sono importantissime, non si offenda nessuno. Partiamo dalle “persone”. Partiamo da chi ritiene di avere i titoli politici per candidarsi a rappresentare i Siciliani ad ogni livello: dal consigliere Comunale, al Presidente della Regione (che, per ora, deve essere la carica più alta alla quale possa ambire un indipendentista, perché da quella si evolverà in “Capo dello Stato di Sicilia”).

Non è una questione di simboli o di visibilità. Il simbolo, al quale il MIS parteciperà certamente, sarà deciso al momento opportuno.

E non è questione di ambizioni personali. Io, personalmente, non ne ho alcuna. Voglio solo mettere a disposizione la mia esperienza e, con il consenso del Movimento, la nostra struttura, per creare intanto e selezionare idee e classe dirigente, in una parola una Costituente Indipendentista.

Chi vota, chi ci segue, vuole sapere per che cosa vota, e per chi vota.

Dobbiamo però mettere delle regole.

Cominciamo dalle persone, sulle cui gambe dovranno poi girare le idee.

Ci mettiamo a disposizione per selezionare candidati preparati, fedeli all’idea, credibili.

Chiunque voglia accogliere l’invito a far parte di questa costituente si metta in contatto con noi. L’obiettivo minimo sono le prossime consultazioni regionali. Certo, il soggetto politico dovrà cementarsi, rafforzarsi, ma questa è un’altra storia.

Il candidato dovrà avere almeno i seguenti requisiti:

– politici, cioè non deve avere storie di “cambiacasacca” o lunghe militanze nei partiti nazionali; deve avere una storia personale di militanza sicilianista, autonomista o indipendentista al di sopra di ogni sospetto;

– morali, non deve appartenere alla vecchia guardia dei politici di stampo clientelare, né avere condanne o inchieste che riguardano reati legati all’amministrazione pubblica, né altri reati particolarmente gravi o infamanti, senza però cadere nel gretto moralismo per qualche contravvenzione priva di significato politico o morale;

– comunicativi, deve cioè essere capace di aggregare intorno a sé il consenso, deve dimostrare di avere quella passione e quel tatto, ad un tempo, che fanno del politico una persona capace di interpretare la volontà popolare, e deve essere in grado di comunicare con chiarezza e concisione le proprie idee in ambito pubblico;

– e soprattutto culturali, deve cioè essere credibile, buon conoscitore della lingua italiana (che è anche nostra) e possibilmente anche di quella siciliana o di lingue straniere, buon conoscitore di elementi essenziali di diritto costituzionale ed amministrativo, di principi fondamentali di economia, di coscienza della storia siciliana, ben venga se è portatore di conoscenze specialistiche in settori tecnologici di particolare rilievo (energia, ambiente, trasporti, rifiuti, etc.).

Sembrano cose da poco, ma non è così. La buona volontà da sola non basta. Non possiamo proporre persone generose ma che allontanino da noi la fiducia del popolo. Dobbiamo essere tutti pronti ad essere “soldati”, pronti a fare anche i rappresentanti di lista o gli agitatori popolari, lasciando alle sorelle e ai fratelli che possono farlo meglio di portare la bandiera nei consessi più alti.

Non parliamo per ora di alleanze o di candidature a Presidente. Quando avremo costruito la nostra classe politica, queste cose saranno decise dalla costituente indipendentista, tanto attraverso un dibattito interno a questa classe, quanto attraverso la più ampia partecipazione popolare per prendere queste decisioni di tipo strategico.

Questa classe politica prenderà democraticamente tutte le proprie decisioni, ma su un programma minimo che è e deve restare fuori discussione.

Quale deve essere questo programma? Noi facciamo una proposta, sapendo che dicendo troppo, allontaneremo qualcuno, ma anche che, dicendo troppo poco, saremo troppo inclusivi, e pure inconcludenti.

La nostra proposta di programma è quindi la seguente:

La classe politica nazionalista ed indipendentista siciliana dovrà:

1. Credere e lottare per la creazione, anche a medio termine, dello Stato di Sicilia, libero e indipendente.

2. Usare quella poca autonomia che rimane alla Sicilia e spostarne i confini sempre più avanti, per trasformare i ruderi della Regione Siciliana in un primo abbozzo di quello che sarà il nostro stato di Sicilia.

3. Lottare nell’immediato per la piena sovranità fiscale della Sicilia, con piena libertà di manovra dei propri tributi e riducendo al minimo i rapporti con lo Stato italiano.

4. Lottare nell’immediato per la piena sovranità energetica della Sicilia, con attribuzione al pubblico e ai cittadini dei proventi e del gettito tributario derivanti dalle fonti di energia, le quali potranno solo essere concesse al capitale privato, dietro pagamento di sostanziose royalties, e mai venduto.

5. Puntare ad una piena autosufficienza alimentare, favorendo le colture tradizionali siciliane e la filiera corta.

6. Puntare alla creazione di una Zona Doganale Speciale all’interno dell’Unione come regione insulare. Lo Stato indipendente di Sicilia avrà ovviamente il proprio regime doganale, indipendente dall’Unione Europea, con la quale saranno possibili, come con l’Italia, soltanto trattati associativi su condizioni di reciprocità e pari dignità.

7. Puntare alla creazione di un sistema finanziario autonomo, e di un sistema di pagamento multilaterale in cui i Siciliani prendano il meno possibile a prestito dall’esterno la moneta per le transazioni interne, secondo modalità tecniche che saranno definite, ma che in ogni caso non potranno prevedere la creazione di debito e di interessi passivi per la liquidità interna. Nella Sicilia indipendente che costruiremo, la moneta sarà pubblica e senza debito, per le transazioni interne, mentre per quelle esterne si favorirà il baratto multilaterale laddove sarà economicamente possibile e sostenibile.

8. Realizzare da subito la massima autonomia legislativa, esecutiva e giudiziaria. Il nostro Parlamento dovrà, con una grande azione riformatrice, innovare tutta la legislazione, distinta per

settori, semplificandola e abolendo il regime di autorizzazione amministrativa per le iniziative economiche, con l’unica eccezione delle autorizzazioni ambientali.

9. La Sicilia dovrà essere, anche prima dell’indipendenza, neutralizzata e smilitarizzata, con il mantenimento di una modesta forza convenzionale, formata da Siciliani, per la pura difesa del territorio e delle acque e cieli circostanti.

10. Il Siciliano sarà riconosciuto come lingua nazionale, con la costituzione di una Accademia per la definizione dello “standard”, e la sua introduzione sarà effettuata, in parallelo all’italiano, nel servizio radiotelevisivo pubblico, negli usi amministrativi, nella scuola e nella toponomastica, dalla quale dovrà essere cancellato ogni residuo della colonizzazione italiana.

11. La Sicilia indipendente che creeremo si muoverà sempre nella cornice degli stati di diritto, pluralisti, rappresentativi, liberi, con riconoscimento dei diritti individuali, del diritto di proprietà e di iniziativa economica privata.

12. La Sicilia che costruiremo privilegerà le piccole e medie imprese a struttura familiare, tutelerà i diritti dei lavoratori ed assicurerà alle persone prive di lavoro un reddito di cittadinanza per la sussistenza.

13. La Sicilia indipendente che costruiremo manterrà la centralità del servizio pubblico per la scuola, l’università, l’emissione della moneta, la salute, la previdenza, i trasporti di linea, le fonti di energia e i monopoli naturali, come i servizi a rete di acqua, gas, luce, etc.

14. La Sicilia che costruiremo sarà rispettosa delle tradizioni cristiane e cattoliche dell’Isola, ma sarà laica nella propria legislazione e rispettosa parimenti delle altre confessioni e dei non credenti; la Chiesa Cattolica di Sicilia sarà presa sotto la tutela (e la vigilanza) dello Stato di Sicilia.

15. Il modello di sviluppo economico che perseguiremo sarà rispettoso dell’ambiente e favorirà lo sviluppo turistico, valorizzando l’enorme patrimonio artistico-culturale di cui dispone la Sicilia.

16. Demograficamente punteremo al sostegno delle coppie con figli, e al sostegno della famiglia fondata sul matrimonio, per favorire il ricambio naturale della popolazione, e addirittura, se possibile, il rientro dei siciliani della diaspora, mentre saremo selettivi sull’immigrazione, favorendo l’integrazione delle comunità esistenti, il rimpatrio di quelle meno integrate culturalmente, l’espulsione degli immigrati irregolari e il blocco di ogni iniziativa a sostegno delle invasioni di clandestini come l’operazione “mare nostrum”.

17. Lo “Stato di Sicilia” avrà a livello centrale un’amministrazione leggera. L’amministrazione pubblica sarà devoluta in gran parte ai Comuni, e ai Distretti (almeno una ventina, oltre le amministrazioni speciali per le isole minori) e Città metropolitane, gli uni e le altre come consorzi di comuni. Lo Stato di Sicilia terrà, per ogni distretto e per le città metropolitane, una sua amministrazione decentrata periferica. Le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, avranno un’amministrazione speciale. Messina e la sua area saranno costituite in Zona Franca di confine.

Questo il nostro programma minimo. Per chi non lo condivide, tanti auguri, ma, per chi lo condivide, perché sminuzzare le forze e non offrire ai Siciliani un’alternativa unica e credibile. Chi ci sta con noi? Chi vuole dare questo sogno ai Siciliani?

Noi crediamo che sia il tempo di agire. La risposta della Sicilia potrebbe essere sorprendente. Oggi i Siciliani non credono più nella politica, non vanno più a votare. Diamo loro una ragione per cambiare idea.

 

W la Sicilia! ANTUDO!

Salvo Musumeci

Pres. naz. Mis

Redazione

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