Minori stranieri, numeri in calo ma servono più tutori Unicef: «Palermo un modello da diffondere nel Paese»

A Palermo i minori stranieri non accompagnati sono 350, un numero ben inferiore rispetto ai mille presenti solo a dicembre dello scorso anno. Un trend, quello dei flussi, in calo del 70 per cento anche a livello regionale dove le presenze sono passate da 7 a 4 mila nel giro di sette mesi. Cifre, queste, che seppur descrivono una realtà ben diversa dalla tanta esaltata emergenza, pongono al centro dell’attenzione una questione spinosa: la Sicilia da sola accoglie il 42,8 per cento dei minori presenti nel Paese. Un numero elevato, anche alla luce della difficoltà nel reperire tutori volontari per tutti questi ragazzi. Come ha certificato oggi il Tribunale per i minorenni del capoluogo che negli ultimi giorni ha emesso una trentina di decreti che, nel nominare i sindaci tutori provvisori, li incarica di trasferire i ragazzi in altre località del territorio italiano.

La ragione? Consentire loro, senza adulti di riferimento in Italia, di trovare un tutore volontario che ne raccolga le esigenze e ne faccia valere i diritti. Nell’Isola, infatti, i tutori disponibili hanno già raggiunto il massimo delle tutele assegnabili oppure risiedono lontano dalle strutture che ospitano i ragazzi. Palermo, tuttavia, si distingue in positivo per l’impegno profuso in appena dodici mesi dall’entrata in vigore della legge 47/2017 che istituisce la figura dei tutori e ne conta 75 mentre le tutele assegnate sono 143. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne, e la fascia d’età maggiormente impegnata è quella che va dai 45 ai 55 anni (29 per cento), seguita da 35-45 anni (25 per cento), mentre il titolo di studio in possesso è per il 78 per cento la laurea seguita dal diploma. E il capoluogo è schierato in prima fila in questo progetto, come rivelano i numeri – diffusi oggi in occasione di un convegno a Palazzo Steri per fare il punto sull’accoglienza dei minori stranieri a un anno dall’entrata in vigore della nuova normativa – visto che l’Isola ha affidato un numero di ragazzi quasi tre volte superiore alla Lombardia, come ha rimarcato il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Palermo Pasquale D’Andrea.

«Ad oggi contiamo oltre 70 tutori ma volendo ne potremmo avere molti di più perché più di 50 sono in attesa di diventarlo. L’altro aspetto importante è che oggi abbiamo dato più di 140 tutele e questo è significativo se si considera che una regione come la Lombardia ne ha conferite solo 50. Per una città, e non per una regione, avere questi numeri significa che è stato fatto un lavoro di grande sensibilità sul territorio». A cambiare non sono solo di numeri ma anche la nazionalità dei minori stranieri non accompagnati assegnati in tutela tra il 2107 e il 2018. Mentre lo scorso anno la maggior parte delle tutele assegnate provenivano dal Gambia, quest’anno a prevalere è la Nigeria. Inoltre per il 50 per cento la fascia d’età di minori alla data di assegnazione al tutore è di 17-18 anni, seguiti 15-16 anni. 

Parole di elogio sono state espresse all’amministrazione anche da Anna Riatti, coordinatrice Unicef del Programma migranti e rifugiati in Italia: «Nel discutere questo progetto di tutori volontari sostenuti da Unicef a Palermo, gli elementi chiari del suo successo, al di là della legge che ha rappresentato il quadro normativo, sono da ricercare nell’autorità garante municipale che l’ha sostenuto e ha voluto la sua attuazione, e anche nella collaborazione anche tra i vari attori che hanno consentito il superamento di ostacoli burocratici. Spero che oggi sia anche l’occasione di diffondere quello che chiamiamo il modello Palermo anche in altre parti della Sicilia e, perché no, in altre parti d’Italia».

Un quadro contraddistinto solo da aspetti positivi? In realtà no, permangono alcune criticità. Ad esempio – secondo i dati dell’ufficio monitoraggio – le revoche dal 2017 ad oggi sono state in tutto 42: le motivazioni che hanno portato a rinunciare all’assegnazione, nel 43 per cento dei casi, perché superiore alla disponibilità dello stesso tutore, seguito dal 30 per cento dei casi a causa dell’ambito territoriale diverso da quello indicato dal tutore. Questo si riflette anche sui tempi di permanenza in strutture di prima accoglienza: nel 54 per cento dei casi va dai 4 ai 6 mesi. Il dato rilevante è che nessun minore permane meno dei giorni previsti dalla legge, cioè 30 giorni.

«Il problema serio è che c’è una concentrazione di ragazzi e ragazze stranieri in posti della Sicilia dove non c’è niente – ha sottolineato D’Andrea – Questa è la vera anomalia, spesso sono luoghi dove non ci sono scuole. Questo andrebbe rivisto: sono dell’avviso che potremmo ospitare anche 4 mila ragazzi ma dovremmo essere messi nelle condizioni di farlo al meglio. Le modalità di intervento vanno certamente razionalizzate, però sono convinto che i numeri siano così bassi che se ci fosse un territorio organizzato, con una condivisione di metodo, questo non rappresenterebbe assolutamente un problema». Eppure, le politiche del governo nazionale sembrano andare proprio nella direzione opposta: «Sono convinto che lo stesso ministro Matteo Salvini usi parole che poi non corrisponderanno ai fatti. È più una propaganda politica perché già oggi sento dire ‘chiediamo più all’Europa’, alla fine diventa tutto un fatto di risorse. Chiudere i porti è assolutamente sbagliato, vanno aperti ma il territorio deve essere pronto a ospitare, con un progetto di integrazione, quelli che poi sbarcano».

Sul tema anche il sindaco Leoluca Orlando, che non ha mai fatto mistero della sua contrarietà all’inversione di rotta assunta dal nuovo governo, ribadendo la netta contrapposizione a qualsiasi forma di chiusura: «Credo che le posizioni assunte dai populisti, da coloro che ritengono di poter cambiare il mondo con uno slogan o un tweet, sta rendendo ancora più forte questo modello. E sta rendendo ancora più necessario la ragione per la quale l’Italia si riconosce in questo modello – ha concluso – Quello di oggi è un modo per dire che nonostante tutto Palermo non arretra».

Antonio Mercurio

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