«Appena siamo arrivati nello slargo i poliziotti ci hanno intimato di allontanarci subito e ci hanno fatti indietreggiare anche con manate e pedate». La denuncia è Ludovica Intelisano, studentessa e membro del gruppo Koordinamento autorganizzato studentesco Kaos Catania poco dopo l’arrivo nei pressi dell’Istituto comprensivo Angelo Musco di Librino. Dove, questa mattina, è prevista la visita della ministra dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini. L’occasione dell’incontro della ministra – titolare della riforma La buona scuola – con gli studenti e gli insegnanti del plesso di viale Giovanni da Verrazzano è l’apertura della struttura scolastica. Un appuntamento al quale prenderà parte anche il sindaco di Catania Enzo Bianco. Lo schieramento di forze dell’ordine nell’area è quello delle grandi occasioni. «Ci sono sette camionette delle polizia di Stato insieme ad agenti dei carabinieri e ai funzionari della Digos», racconta la studentessa. Che si domana: «È questa la libertà di manifestazione che c’è a Catania?».
Manate e pedate, allontanamenti e atteggiamenti repressivi per quella che i manifestanti – circa una trentina – definiscono «una contestazione assolutamente non violenta. Non abbiamo fatto nulla per meritarci quel trattamento». E, precisa Intelisano: «Di certo non siamo venuti qua per fare un assalto alla ministra Giannini». Gli studenti, universitari e delle scuole superiori, presenti nei pressi della scuola sono lì «semplicemente per dire quello che pensano: La buona scuola non è quella che descrive il nuovo decreto legge. Almeno questo possiamo affermarlo?», domanda la studentessa. Che insieme agli altri attivisti si trova «schiacciata in un angolo oltre un ampio perimetro dell’Istituto Musco che, ovviamente, è blindato».
Nel frattempo, tutti i manifestanti che arrivano nei pressi di viale Giovanni da Verrazzano sono scortati dalle forze dell’ordine e accompagnati «in una parte della strada dalla quale sarà difficile farsi sentire», dice Intelisano. Poco prima, altri studenti delle scuole superiori che dovevano raggiungere la Angelo Musco di Librino, sono stati aggrediti in piazza Paolo Borsellino da «sei ragazzi di estrema destra», racconta lo studente William Bella. Che spiega la dinamica dell’episodio: «Con la scusa di doverci parlare, ci hanno avvicinati e hanno sferrato un pugno a un altro ragazzo». All’aggressione seguono i tafferugli che attirano l’attenzione della polizia. «Sia i manifestanti che i ragazzi di estrema destra sono stati portati in questura per l’identificazione. Quello che si è beccato il pugno ha perso un dente ed è stato trasferito all’ospedale Garibaldi per accertamenti», prosegue Bella. «Si è trattato di alcuni esponenti di Spazio libero Cervantes», sottolinea un altro studente, Alessio Grancagnolo. «Non ne sappiamo niente», replicano dall’organizzazione politica in questione.
La ministra Giannini e le autorità, attesi nella scuola del quartiere periferico della città, sono già arrivati. All’appuntamento a Librino, seguirà l’incontro con i detenuti del carcere minorile di Bicocca.
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