«Ricordatevi: hanno tanti nomi, ma sempre la stessa faccia. La mia». Bono Vox ha la maschera del diavolo ed è a Milano per l’ultimo dei concerti degli U2 in Italia: è in questa occasione che sceglie di parlare di politica, come d’abitudine, e di migranti. Il personaggio che interpreta è quello di MacPhisto, un demonio che in Italia ha il suo uomo, secondo il leader della rock-band: Matteo Salvini. Pochi minuti prima di cominciare a intonare la canzone Acrobat, la scena viene ripresa con un telefono cellulare e finisce sulle pagine di tutti i giornali d’Italia. «Quel video lo abbiamo girato io e il mio fidanzato», racconta a MeridioNews Chiara, 26 anni, catanese (a cui abbiamo dato un nome di fantasia per tutelarla, ndr), volata in Lombardia per assistere proprio allo show musicale di Bono e company. «Lo abbiamo messo su Youtube con un titolo che raccontava, semplicemente, quello che era successo: cioè che Bono aveva parlato di Salvini». Nessun commento, niente che potesse lasciare trasparire un’opinione. Anche per questo non si sarebbe mai aspettata quello che è accaduto nelle ore successive.
«Senza che nessuno ci chiedesse il permesso, il video è stato scaricato dai principali quotidiani italiani, che lo hanno tagliato e caricato inserendo il loro logo, come se lo avessero realizzato dei giornalisti – prosegue Chiara – E lo stupore è stato ancora superiore quando il video è stato ripreso anche dalla persona di cui si parlava: il ministro dell’Interno Matteo Salvini». È proprio lui, infatti, che tra un selfie, un boccale di birra e un risotto scrive: «Anche il miliardario Bono mi attacca? Caspita, non ci sono limiti ormai! Peccato per lui che ignora, non sa e parla a vanvera, io continuo ad ascoltare le canzoni degli U2 e tiro dritto!». È il 17 ottobre, sono le 23 passate e i commenti su Facebook – così come le condivisioni – cominciano a fioccare, arrivando a diverse migliaia in poche ore.
A questo punto inizia quello che Chiara, senza mezzi termini, definisce «cyberbullismo». Perché mentre Bono Vox fa il nome di Matteo Salvini lei lancia un urlo di sostegno. «Sì, ho urlato a un concerto degli U2», sorride. Cosa che non è stata apprezzata dalle centinaia di persone che, mentre dimostrano sostegno alla Lega e alle politiche anti-migranti, se la prendono anche con lei, colpevole di avere esultato «come una capra» o, senza riferimenti bucolici, «come una cretina». «Ma per la c… che filma non abbiamo un barcone?», domanda un utente su Instagram. «Che ne pensate di quella deficiente che urla? Andiamola a trovare e facciamole passare la voglia», domanda un altro – lui catanese – su Facebook. «Prima ero stupita, poi dispiaciuta – continua la 26enne – Questa maniera di comportarsi mi ha molto infastidita. È come se non potessimo esprimere le nostre idee senza essere insultati e minacciati. Mi si scagliano contro per un urlo ed è una palese espressione del clima che si vive in Italia in questo momento».
Né dal canale Youtube né in nessun altro modo è possibile risalire a lei, perciò la paura che qualcuno possa passare dalle minacce ai fatti non esiste, nonostante le milioni e milioni di visualizzazioni che quel video ha fatto registrare online. «Quando il ministro dell’Interno pubblica un video simile, pur non dicendolo, incita le persone a prendersela con chi ha idee diverse. Se davvero non gli importa, perché non ignorarlo? Perché rischiare di esporre delle persone che, semplicemente, erano a un concerto?». Vuole dire qualcosa a Matteo Salvini? «Di non continuare con questa propaganda dell’odio. Non so se se n’è accorto, ma il suo modo di fare adesso si è rivoltato contro una delle persone che lui dice di volere difendere su tutti: io sono italiana. Anche se la penso diversamente da lui, visto il ruolo che ricopre, dovrebbe avere a cuore più di chiunque altro la libertà di espressione delle persone. Ecco: si impegni su quella».
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