Sono 17 le persone che saranno processate per le sette morti causate dall’esposizione all’amianto nella Raffineria di Milazzo. Lo ha deciso il gup Salvatore Pugliese, su richiesta del procuratore Emanuele Crescenti e della pm Federica Paiola. L’inchiesta era stata avviata dopo l’esposto di 64 lavoratori impegnati nel corso degli anni nell’industria petrolchimica e nelle ditte dell’indotto. Gli imputati dovranno rispondere il prossimo 10 febbraio di omicidio colposo e di omissione colposa di cautele per non avere evitare il contatto con l’amianto fino all’autunno del 2012, ovvero il periodo fino al quale è stata accertata l’ipotesi di reato.
Le persone decedute – tra il 2006 e il 2013 – avevano lavorato nel corso degli ultimi 30 anni all’interno della Raffineria. Tra i rinviati a giudizio ci sono 13 ex direttori generali e legali rappresentanti che si sono avvicendati nello stabilimento. Si tratta di Franco Terrosi, che ha guidato la raffineria dal 1984 al 1987; Napoleone Majuri, direttore dal 1982; Mario Del Tredici, responsabile per la sicurezza nel 1982; Vincenzo Russo, direttore dal 1985 al 1987; Francesco Zofrea, legale rappresentante dal 1988 al 1983; Salvatore Calatabiano, direttore dal 1992 al 1993; Marcello Rubino, direttore dal 1993 al 1994; Diego La Scala, responsabile per la sicurezza dal 1995 all’anno successivo; Angelo Ferrari, legale rappresentante dal 1995 al 1996; Antonio Bucarelli, responsabile per la sicurezza nel 1996; Cristiano Raminella, legale rappresentante dal 200 al 2003; Franco Scorretti, legale rappresentante dal 2003 al 2006; Alessandro Gilotti, legale rappresentante 2006 a 2010; Pasquale Palumbo, direttore dal 2004 al 2005; Renato Monelli, direttore dal 2005 al 2007; Lino Gamba, direttore dal 2007 al 2009; Daniela Trio, titolare tra il 2004 e il 2010 della ditta Trio srl, l’impresa che ha gestito in subappalto i lavori all’interno della raffineria di Milazzo. A processo, come persona giuridica, anche la stessa Raffineria di Milazzo Spa.
Gli indagati sono accusati anche di lesioni colpose in concorso nei confronti di Alfonso Malafronte, metalmeccanico tubista dal 1973 al 2002, che ha subito una serie di ispessimenti pleurici accertati nel 2013 e che ieri si è costituito parte civile. Le altre si sono riservate la possibilità di farlo nelle prossime udienze.
Le vittime lavoravano ai tubo-alternatori, alla stazione laminatrice, alla linea di vapore, alla saldatura e alla pulitura: Salvatore Currò è stato tubista carpentiere addetto alla saldatura dal 1986 al 2000 ed è morto nel 2007; Francesco Di Maio, manutentore elettricista dal 1981 al 1984, morto nel 2006; Giuseppe Pollicino, metalmeccanico dal 1973 al 2007, morto nel 2008; Salvatore Saporita, carpentiere tubista dal 1963 al 2006, ultimo suo anno di vita; Salvatore Scolaro, operaio qualificato e montatore dal 1969 al 1987, morto nel 2012; un anno dopo perde la vita Nunziato Sottile, gruista dal 1971 al 1996. Tre anni prima stessa sorte era toccata ad Aldo Colosi, operaio di centrale termoelettrica dal 1971 al 1982.
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