Migranti, sindaci fermano procedure degli Sprar «La prefettura non rispetta le quote di ospitalità»

«La prefettura di Messina rispetti i patti o saremo costretti a scendere in piazza». Questo l’aut aut dei 50 sindaci del comprensorio nebroideo e dell’area tirrenica che ieri si sono incontrati a San’Agata Militello. Dai primi cittadini arriva un secco a un sistema di accoglienza dei migranti che viene giudicato imposto dal governo e non concordato con gli enti locali. Per questo motivo hanno deciso di chiedere un incontro alla prefetta Francesca Ferrandino e hanno concordato un documento unitario, nel quale chiedono il rispetto degli impegni assunti lo scorso luglio riguardo alle quote di ospitalità nei vari Comuni. 

A suscitare la protesta dei sindaci è stato l’arrivo venerdì scorso di 19 nuovi migranti in una struttura ricettiva di Capo D’Orlando, città già sede da diversi anni di uno Sprar. Una scelta che ha riacceso le polemiche dopo i fatti dello scorso giugno a Castell’Umberto, incontrando il compatto no dei primi cittadini. Nel vertice in prefettura in estate era stata garantita l’esclusione dei Comuni che avevano attivato il progetto per richiedenti asilo dall’elenco dei destinatari di nuovi migranti da ospitare. Ma secondo i sindaci, «la prefettura ha disatteso gli accordi» e quelle parole, a due mesi e mezzo di distanza, «suonano quanto meno beffarde». 

A spiegare meglio a Meridionews il perché i sindaci si siano sentiti traditi è il primo cittadino di Capo D’Orlando Franco Ingrillì. «La prefettura aveva assicurato massima collaborazione affinché i Comuni virtuosi che avessero aderito allo Sprar e garantito ospitalità dei migranti, ognuno per la propria quota, venissero esentati da qualsiasi ulteriore forma di accoglienza specie se gestita in toto da privati – dichiara Ingrillì -. La prefettura non ha mantenuto fede a quanto stabilito a differenza dei Comuni che hanno provveduto ad adottare le delibere di adesione allo Sprar e tutti gli adempimenti successivi al fine di avviare progetti». Capo d’Orlando, oltre ad aver raggiunto la copertura dei posti previsti in base al piano concordato tra l’Anci e il ministero dell’Interno (di 2,5 per mille abitanti), «aveva avviato le procedure per l’ampliamento dei progetti Sprar, ma adesso – conclude – siamo costretti a sospendere tutto». 

E come il sindaco orlandino, altri Comuni, che avevano già avviato l’esame delle offerte pervenute per la progettazione del servizio di accoglienza migranti per la propria quota ministeriale, hanno deciso di sospendere i procedimenti di gara. I sindaci restano fermi nel ritenere che il sistema di gestione dell’accoglienza tramite le reti Spar, con la conseguente forma diretta di controllo che può svolgere l’ente pubblico, «sia l’unico sistema in grado di evitare e scongiurare il rischio di una speculazione da parte dei privati in un settore in cui troppo spesso si sono verificati scandali a discapito della dignità e della sicurezza degli stessi migranti».

Simona Arena

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