L’ultima nave carica di migranti è arrivata al porto di Catania alle due e mezza di stanotte. Erano in 96 a bordo, in gran parte siriani e qualche egiziano. Tra questi 19 donne, di cui una incinta, e 34 minorenni. Sono stati soccorsi due giorni fa dalla motonave maltese Zeynepa Tanker nel Canale di Sicilia e il loro arrivo era previsto già ieri mattina. Ma un problema al motore ha rallentato la navigazione del mezzo, che ha passato il testimone al rimorchiatore Città di Siracusa per trasferire i migranti nel porto etneo. Sono tutti in buone condizioni di salute. Secondo le prime ricostruzioni sarebbero partiti dall’Egitto e avrebbero viaggiato su una nave madre che li avrebbe abbandonati una volta in acque internazionali. La Procura distrettuale di Catania ha aperto un’inchiesta, le indagini sono affidate alla squadra mobile.
Le operazioni di sbarco sono durate per circa un’ora, i migranti sono stati trasferiti nell’impianto sportivo del Palaspedini. Liberato proprio ieri da altri 147 immigrati che, dopo essere stati salvati al largo delle coste etnee dal mercantile panamense Amina-H, erano giunti a Catania due giorni fa. Quindi il trasferimento in Puglia con un volo charter. Brindisi, Barletta e Taranto le destinazioni.
Quella di stanotte è l’unica segnalazione delle ultime ore. Complice forse le non buone condizioni meteo, è rallentata l’ondata di sbarchi in Sicilia, dopo gli oltre 3mila 500 migranti arrivati in poco meno di 48 ore. Sono approdati ieri nel porto di Augusta, nel Siracusano, i circa 1.300 migranti soccorsi in mare e portati in terraferma dalla motonave Asso 25. Anche ad Augusta è scattato il piano di trasferimento in altre regioni italiane con voli charter e militari.
Continuano intanto le indagini delle forze dell’ordine e della magistratura. Sette presunti scafisti sono stati fermati in tre diverse operazioni: quattro tunisini sono accusati proprio per lo sbarco di Augusta, mentre un siriano e un marocchino sono indagati per avere favorito l’immigrazione clandestina dei 257 eritrei arrivati a Porto Empedocle, nell’Agrigentino. Infine un tunisino è stato fermato per i 266 migranti sbarcati a Pozzallo, nel Ragusano. Quest’ultimo, Abd El Karim El Hamdi, 34 anni ha anche raccontato come sarebbe stato coinvolto dal gruppo criminale: «Un procacciatore di clandestini – ha confessato agli investigatori – mi ha contattato in un bar in Libia chiedendomi se volessi partire per l’Italia. Prima mi ha detto che mi avrebbe fatto pagare soltanto mille dinari libici, ma poi sapendo che ero stato imbarcato su un peschereccio mi ha proposto prima uno sconto e successivamente di pagarmi a viaggio ultimato 1.500 dollari, raccomandandomi di fermarsi in acque internazionali».
Alla sua testimonianza si aggiunge quella di altri testimoni, costretti a pagare 1.500 dollari ciascuno. Per un totale di 400mila dollari. «Durante tutto il viaggio – hanno riferito – reso difficile dalle cattive condizioni meteo, non è stato dato da mangiare, né da bere: i bambini sono arrivati in condizioni pietose, così anche le donne, qualcuna in stato interessante che si è sentita male». Hanno raccontato anche dei rischi che hanno corso durante il viaggio in mare: «Le persone si spostavano in continuazione – ha ricostruito un migrante siriano – provocando movimenti ondulatori del natante». Ed emergono dettagli sempre più inquietanti: per i trafficanti il giubbotto salvagente sarebbe un optional da pagare 200 dollari ciascuno in più, anche per bambini e donne incinte.
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