Una nuova tragedia nel Mediterraneo. Sarebbero oltre 50 i migranti dispersi in mare, nel tentativo di attraversare il Canale di Sicilia, dopo essere partiti dalla Libia. A raccontarlo sono stati alcuni dei profughi che sono riusciti ad arrivare ad Augusta due giorni fa. La storia è stata raccolta dal personale del gruppo interforze che, dopo ogni sbarco, indaga per risalire all’identità dei possibili scafisti.
In questo caso, ad approdare nel porto del Siracusano a bordo della nave mercantile danese Maersk Edward sono stati 339 migranti, perlopiù provenienti dalle nazioni dell’Africa subsahariana. I profughi erano stati recuperati da tre gommoni intercettati nelle acque del Mediterraneo, mentre erano in difficoltà a causa delle cattive condizioni meteo. Molti di loro sono stati trasferiti in ospedali per essere curati. Presenti anche alcune donne in stato di gravidanza. Alla guida dei gommoni, stando alle indagini, ci sarebbero stati due cittadini senegalesi e un sudanese, tutti trasferiti nel carcere di Siracusa con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Oltre a parlare della scomparsa degli altri passeggeri, i migranti ascoltati dal gruppo interforze hanno raccontato ancora una volta le difficili condizioni, a volte al limite della sopportazione, che hanno preceduto la partenza dalla Libia. Viaggio che, stando alle informazioni raccolte, sarebbe costato a ognuno di loro tra gli 800 e 1500 dinari libici, ovvero tra i 500 e mille euro.
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