Dalle coste asiatiche fino alla baia di Giardini Naxos. Tra le rotte dei disperati che cercano di raggiungere l’Europa si aggiunge adesso quella che porta fino alla costa ionica. La Guardia di finanza ha fermato una barca a vela sospetta nella mattinata di ieri, trovando a bordo un uomo di nazionalità russa in possesso di 5.800 euro in contanti e in diverse valute, e sei persone di nazionalità irachena e curda, tra cui una donna, nascoste sottocoperta in condizioni che le Fiamme gialle definiscono «di assoluto degrado». Un secondo uomo di nazionalità russa è stato fermato dai carabinieri nella spiaggia di Cantone del Faro a Taormina dopo aver sbarcato con un gommone quattro migranti che erano sul veliero e che hanno fatto perdere le loro tracce.
La segnalazione è arrivata ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Taormina a proposito di una barca, ferma nella baia di Giardini a causa delle proibitive condizioni meteo marine. Di conseguenza un’unità navale della sezione operativa navale di Catania ha avvicinato per un controllo il motoveliero Koa, immatricolato nel compartimento di Delaware (Usa). Dopo vani tentativi di contatto via radio e megafono, in assenza di personale in coperta, i militari hanno abbordato il mezzo.
Appena saliti sulla barca a vela, i finanzieri hanno identificato il soggetto di nazionalità russa, il 33enne G.V., in possesso di banconote in dollari americani, rubli, euro, lire turche e kune croate. Viste anche le condizioni in cui viaggiavano le sei persone sottocoperta, si è ritenuto che la barca fosse in realtà utilizzata per il trasporto illegale di migranti.
I militari l’hanno quindi scortata fino al vicino porto di Riposto per procedere alle attività di polizia giudiziaria, insieme al personale del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania, dello Scico e della Compagnia di Riposto. Le indagini avrebbero consentito di acquisire elementi indiziari tali da sottoporre a fermo di indiziato di delitto il cittadino russo, riconosciuto dai migranti come una delle due guide che sin dalle coste asiatiche di partenza ha portato la barca a vela fino alle acque territoriali italiane. L’uomo è stato trasferito nel carcere di Piazza Lanza, mentre i migranti sono stati denunciati a piede libero per il reato di immigrazione clandestina e portati al Cara di Mineo.
In passato si sono registrati diversi altri arrivi di piccoli gruppi di migranti in barca a vela, spesso nelle coste siracusane, ma in alcuni casi anche più a Nord, fino alle isole Eolie. Si tratta di una rotta, spesso i viaggi in mare iniziano dalla Turchia, molto più costosa di quella libica anche per i mezzi usati: barche a vela o piccoli yacht.
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