Una ha appena attraccato al porto di Lampedusa – scortato da una motovedetta della Guardia di finanza e un gommone della Capitaneria di porto – con i 41 naufraghi che ha salvato dal mare lo scorso giovedì, in zona Sar (search and rescue) libica. L’altra, invece, è ancora in alto mare con i 65 migranti che trasporta. Sono i due destini diversi delle navi Alex e Alan Kurdi: la prima è il veliero della ong italiana Mediterranea, la seconda è l’imbarcazione della tedesca Sea eye. «Vadano in Germania», è la solita dichiarazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha risposto così alle domande dei giornalisti che lo hanno raggiunto a Milano. «Abbiamo notificato il divieto di ingresso nelle nostre acque territoriali, se disobbedirà ci saranno tutte le conseguenze del caso. Chi infrange le leggi in Italia risponde delle sue scelte».
La posizione del leader leghista non è mai cambiata rispetto al soccorso ai migranti da parte delle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo. A differenza della nave Alan Kurdi (dal nome del bambino siriano trovato morto su una spiaggia e diventato il simbolo del dolore delle migrazioni), la barca a vela Alex batte bandiera italiana. In un primo momento, a quest’ultima si è tentato di imporre l’attracco nel porto di Malta, a La Valletta. Opzione rifiutata dall’equipaggio dell’associazione Mediterranea che, due ore fa, ha annunciato che si sarebbe diretta verso Lampedusa, definito «l’unico possibile porto sicuro di sbarco». Da più di un’ora il veliero è arrivato a Lampedusa ma nessuno è stato fatto scendere: sul molo è presente un dispiegamento di forze di polizia e un’ambulanza.
Il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer, nel frattempo, sembra abbia scritto al suo omologo italiano Matteo Salvini. Appellandosi ai «ai nostri condivisi valori cristiani», secondo quanto riportato dall’Adnkronos, il ministro teutonico scrive: «Non deve fare alcuna differenza quale organizzazione» salvi i migranti nel Mediterraneo, né conta «sotto quale bandiera stia navigando» o «se l’equipaggio di una nave o una Ong provenga dalla Germania, dall’Italia o da un altro Paese membro dell’Unione Europea». L’importante, dice il ministro, è che «la Germania e l’Italia devono riuscire a trovare risposte europee alla sfida della situazione migratoria nel Mediterraneo».
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