Nuova tragedia nel Canale di Sicilia, 52 morti La Procura di Palermo apre un’indagine

Un’indagine a carico di ignoti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio plurimo. Finisce in Procura l’ultima tragedia dell’immigrazione avvenuta nel Canale di Sicilia, dove un barcone con a bordo 571 migranti e 52 salme è stato intercettato dalla nave svedese Poseidon. L’unità che fa parte del dispositivo Triton è attesa intorno alle 20 al porto di Palermo, ma intanto il procuratore aggiunto, Maurizio Scalia, che coordina le indagini, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti

I migranti, chiusi nella stiva, sarebbero deceduti a causa dei gas di scarico dei motori. Ma sarà l’autopsia eseguita sui loro corpi a chiarire le cause del decesso, mentre gli investigatori della Squadra mobile ascolteranno i profughi sopravvissuti per cercare di individuare gli scafisti dell’ultima carretta del mare. Da mesi alle prese con sbarchi, la Procura ha creato un gruppo di sostituti che si occupano delle indagini relative: ne fanno parte sette magistrati, quattro della dda e tre dell’ordinario.

Insieme alle 52 salme, stasera al porto di Palermo attraccheranno anche 571 migranti, tra cui 54 donne e 67 minori. La task force predisposta dalla Prefettura è già in moto e ad accoglierli sul molo i profughi troveranno i medici dell’azienda sanitaria provinciale, personale della Croce rossa e della Protezione civile e i volontari della Caritas. Intanto grazie al lavoro del cantiere comunale, dell’Amg e dei servizi cimiteriali e in accordo con la Procura, Palazzo delle Aquile sta predisponendo anche la sistemazione delle vittime. «Da ieri sera la macchina comunale dell’accoglienza si è attivata, in continuo raccordo con la Prefettura che coordina le operazioni – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – e diversi uffici dell’Amministrazione si sono attivati per dare adeguata, umana e dignitosa accoglienza anche ai 52 sfortunati che sono morti durante questa traversata».

Al porto stasera saranno presenti anche gli assistenti sociali comunali, accompagnati dal primo cittadino e dall’assessore Agnese Ciulla, che seguiranno le fasi di sbarco dei minori non accompagnati. Ma sul molo ci saranno anche i consoli di Tunisia e Marocco e una delegazione della Consulta delle culture, il cui presidente Adham Darawsha ricorda che «la Consulta è nata per rappresentare le necessità dei cittadini stranieri residenti a Palermo, ma anche e soprattutto per unire e far dialogare culture e popoli diversi, uniti dai valori comuni della solidarietà e del rispetto». Ecco perché essere presenti al porto è «da parte nostra un omaggio e un atto di rispetto».

«Ancora una volta Palermo e i palermitani – conclude Orlando – faranno il proprio dovere, mostrando che vi è una alternativa alle criminali politiche europee che stanno causando un vero e proprio genocidio di cui la storia ci chiamerà a rispondere. Ancora una volta torno a chiedere a gran voce “Quanti morti ancora ci vorranno prima che i governi e l’Europa cambino le proprie politiche criminali?”».

Redazione

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