Non solo barconi con decine di persone a bordo, unite soltanto dal comune desiderio di arrivare in Europa, ma anche piccoli nuclei familiari che si mettono in mare in maniera autonoma. È l’ultima evoluzione del fenomeno migratorio. A registrarlo è la polizia di Ragusa che, negli scorsi giorni, indagando per rintracciare gli scafisti di una dei tanti viaggi della speranza nel Canale di Sicilia ha rintracciato otto persone che avevano deciso di prendere il largo da sole.
Si tratta di libici che hanno dichiarato di aver acquistato un barchino per tentare la traversata. La scelta è stata dettata dalla volontà di non viaggiare con i migranti provenienti dall’Africa subsahariana, per evitare di incorrere in incidenti. Nel loro caso, gli agenti non hanno individuato lo scafista poiché «faceva parte di una delle due famiglie a bordo e non ha commesso il reato di favoreggiamento in quanto ha aiutato se stesso ed i suoi familiari a giungere in Italia».
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