Un barcone traina un altro a motori spenti, fin quando quest’ultimo inizia a prendere acqua. A quel punto, la scelta di farlo affondare con a bordo oltre 500 migranti, molti dei quali si sarebbero inabissati insieme al relitto. La scena drammatica è stata raccontata alla polizia di Pozzallo dai sopravvissuti a una delle tante operazioni di soccorso che nelle ultime settimane sono state effettuate al centro del Canale di Sicilia.
La notte tra il 25 e il 26 maggio dalla Libia sarebbe dovuto partire un barcone con mezzo migliaio di persone. L’eccessivo numero di migranti presenti sulla spiaggia nordafricana porta, però, gli organizzatori della traversata a decidere di agganciare all’imbarcazione «un altro peschereccio con una cima e anche lì vengono fatti salire altri 500 migranti. Una volta assicurato il carico umano – fa sapere la polizia – il peschereccio iniziava a fare rotta per la Sicilia con a traino l’altro natante carico di migranti».
Alla guida del primo peschereccio, secondo le indagini, ci sarebbe stato un sudanese, successivamente riconosciuto dai passeggeri al momento dello sbarco nel porto ragusano. Sarebbe stato lui a ordinare di tagliare la cima quando «dopo otto ore di navigazione il natante trainato ha iniziato a imbarcare acqua e i migranti con una catena umana hanno provato in tutti i modi a svuotare il peschereccio». Tentativi fatti riempiendo le taniche da cinque litri presenti a bordo, ma tutti andati a vuoto. Per il secondo barcone non c’è stato nulla da fare.
Inoltre, sarebbe stato proprio il taglio della cima a ferire mortalmente una giovane. «Quando la cima era al massimo della tensione un migrante l’ha tagliata e come una fionda ha colpito violentemente una giovane donna creandole delle ferite al collo letali», si legge nel report delle forze dell’ordine.
L’inabissamento dell’imbarcazione è coinciso con la decisione di gettarsi in mare, scelta che le persone all’interno della stiva non avrebbero potuto fare, rimanendo intrappolate. Stando ai racconti, tra le centinaia di passeggeri del barcone c’erano circa 40 bambini. Nessuno di loro si è salvato.
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