Borgo Santa Rita, a undici chilometri da Caltanissetta, è un luogo con una storia tutta da raccontare che sa di riscatto e libertà. Ore 7,30 del mattino. Muhammed, Bandiougou, Cheick e Sambou sono già al lavoro. Sotto la guida di Maurizio Spinello, titolare del forno Santa Rita, imparano i segreti di un antico mestiere. C’è chi dosa l’acqua da aggiungere alla farina per l’impasto, chi si occupa della trafilatura e chi del confezionamento della pasta già essiccata. L’attività è frenetica ma non manca il tempo per sorridere e stare insieme.
Hanno il sapore della speranza e della voglia di ricominciare i sei tipi di pasta di grano biologico di Timilia, realizzate nel forno Santa Rita. Si chiamano Hope, Joy, Trust, Soul, Peace, Courage e saranno commercializzate con l’etichetta Grani di Gaia. I giovani apprendisti, provenienti dai centri Sprar di Piazza Armerina, Aidone (Don Bosco 2000) e Caltanissetta (I Girasoli) hanno precedentemente completato il primo corso formativo sul biologico, organizzato da Sicilia Integra, e, successivamente, affiancato Maurizio nella produzione di pasta con grani antichi siciliani coltivati da Carla La Placa e moliti a pietra da Marco Riggi.
Grani di Gaia sono i primi risultati del programma Sicilia Integra promosso da Gaia Education e dal dipartimento di agricoltura dell’Università di Catania. Il piano, in sinergia con i centri Sprar, i partner commerciali e le aziende agricole, è orientato all’inclusione socio-lavorativa di migranti e siciliani tramite una serie di fasi teoriche sull’agricoltura sostenibile, finalizzate alla creazione e distribuzione di prodotti bio locali.«A breve, acquistabili online le prime sei varietà di pasta», anticipa Turi Timpanaro project manager del team composto da Paolo Guarnaccia, Vincenzo Santiglia e Caterina Timpanaro. Intanto, è appena partito il secondo corso con la cooperativa Passwork di Sebino Scaglione e il Gal Nat iblei di Sebastiano De Mauro. «Stiamo ragionando su varie opportunità alla fine del corso tra cui la realizzazione di orti urbani», precisa Timpanaro.
«Lavorare fianco a fianco con Muhammed, Bandiougou, Cheick e Sambou è un’esperienza che mi arricchisce ogni giorno – racconta Maurizio Spinello -. La loro voglia di vivere mi incoraggia a fare sempre meglio». Ma chi è questo semplice artigiano del pane, premiato dal portale Cronache di gusto come il miglior fornaio di tutta l’isola? Cresciuto in una famiglia di allevatori e contadini, nel momento di decidere sul suo futuro, fa una scelta del tutto inusuale: aprire un forno nel borgo natio, abitato da appena 11 anime. «La cosa più semplice – spiega – sarebbe stata quella di andare via ma io non volevo lasciare casa mia». Solo grani antichi e prodotti genuini sono gli ingredienti che utilizza. «Gli stessi sapori e profumi di pasta e pane – ricorda – che mia nonna e mia madre preparavano quando ero bambino».
All’inizio della sua attività viaggia tutti i giorni per rifornire una catena di supermercati e botteghe dei paesi limitrofi, ma dopo sette anni di sacrifici, arriva la svolta. Entra in contatto con esperti del mondo biologico e trasforma la sua borgata in un polo di attrazione per turisti e studiosi. Organizza incontri e fiere dove dare consigli a molti giovani siciliani che vogliono lavorare nel settore agroalimentare.
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