Chi al posto di Gianluca Miccichè all’assessorato alla Famiglia? È questa la domanda a cui in queste ore l’esecutivo guidato da Rosario Crocetta cercherà di dare una risposta. Dopo il passo indietro del rappresentante di Centristi per l’Italia – nato dalla denuncia dei fratelli paraplegici Alessio e Gianluca Pellegrino, finita per due volte su Le Iene – il governatore si è affrettato a precisare che quel posto vacante rimane nella disponibilità del partito centrista. «Ho già avviato l’interlocuzione con i Centristi per l’Europa – aggiunge – per trovare insieme una rapida soluzione, confermando la solidità del rapporto con questa area politica», ha detto assumendo momentaneamente l’interim della carica. Solo che, a dispetto della mano tesa di Crocetta, potrebbero essere proprio i Centristi a dire «no, grazie».
La formazione che a livello nazionale fa riferimento a Pier Ferdinando Casini e in Sicilia è rappresentata da Gianpiero D’Alia e Giovanni Ardizzone conserva ancora un assessore nella giunta regionale: Giovanni Pistorio alle Infrastrutture. Ma a questo punto la sua permanenza nell’esecutivo potrebbe non essere scontata. Subentrare a Micciché ad appena sei mesi dal voto non consentirebbe ampi spazi di manovra e legherebbe la figura del neo assessore a un’esperienza di governo rispetto alla quale in molti sono scettici nell’area D’Alia. L’unico nome spendibile potrebbe essere quello del capogruppo Mimmo Turano, già presidente della provincia di Trapani e quindi non esattamente alle prime armi in campo amministrativo. Ma il nome di Turano non sarebbe particolarmente gradito al governatore, fermo restando che anche il diretto interessato, secondo fonti a lui vicine, non sarebbe felice dell’ipotesi in campo.
Non solo dunque i Centristi non intendono raddoppiare, ma addirittura starebbero meditando proprio di lasciare. Affrancandosi da Crocetta e rimanendo con le mani libere nella lunga campagna elettorale già iniziata e che porterà al voto per le Regionali. L’assessore Pistorio si sarebbe già detto disponibile a un passo indietro, qualora esigenze di partito lo richiedessero. Uno scenario in parte già tracciato con la minaccia di divorzio d’inizio mese in vista dell’assise che si terrà la settimana prossima.
La minaccia che non sarebbe nemmeno isolata: ultimamente non sono mancati i mal di pancia del partito di D’Alia rispetto alla piega che sta prendendo la coalizione di governo. Lo stesso ex ministro messinese ha criticato la ricandidatura di Crocetta alle prossime Regionali. A D’Alia non piace la corsa in avanti del governatore, così come guarda con preoccupazione al braccio di ferro all’interno del Partito democratico, sia in merito alla Finanziaria, ancora bloccata all’Ars, sia per le dinamiche interne in vista delle tornate elettorali.
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