Prima o poi saranno 8,8 chilometri. «Comincerà a essere, insomma, una vera metropolitana», dicono gli addetti ai lavori. Intanto – a 17 anni dalla prima volta in cui si è parlato del prolungamento e a quasi 12 anni dall’inizio dei lavori per il collegamento tra la fermata Galatea e quella in piazza Giovanni XXIII, alla Stazione – di chilometri ce ne sono 5,7. Con l’inaugurazione, questa mattina, della fermata più attesa dai catanesi: quella in piazza Stesicoro. In totale, sono 1,9 chilometri – che si aggiungono ai 3,8 già esistenti – per i quali sono stati necessari circa 80 milioni di euro. E che, nella loro lunga e tribolata storia, hanno dovuto fare i conti con errori di progettazione, fallimenti, inchieste della magistratura e sequestri.
Il progetto complessivo, però, non si ferma qui. E il 2017 – promettono i vertici di Circumetnea, stazione appaltante dei lavori – sarà l’anno dei nuovi cantieri e delle grandi aperture. L’arrivo dei binari interrati fino al quartiere di Nesima dovrebbe costare circa 215 milioni di euro e dovrà essere una nuova festa. Perché, se fossero rispettati i tempi annunciati, sarebbe tutto aperto al pubblico entro l’estate. Uno sprint che arriva dopo lungaggini esasperanti: dal primo scavo in città a oggi sono passati trent’anni e, senza considerare stop e sospensioni, nel capoluogo etneo si sono costruiti in media 190 metri di metropolitana all’anno. A Milano si è andati quasi dieci volte più velocemente.
A proposito del capoluogo meneghino: a Milano la rete metropolitana è lunga 101 chilometri con quattro linee. Seguono quella di Roma, lunga 60 chilometri con 74 stazioni e quella di Napoli che supera di poco i 20 chilometri. I lavori sono ancora in corso in tutte e tre le città ma con modalità e tempi diversi. Proseguono spediti all’ombra della Madonnina dove la prima linea, quella rossa, è stata inaugurata nel 1964. L’ultima, di colore lilla, nel 2013. Si scava per la nuova tratta blu e per il prolungamento della rossa verso Monza Bettola. La nuova linea meneghina si estenderà per 15,2 chilometri e raggiungerà 21 stazioni con capolinea all’aeroporto di Linate. Il costo complessivo dell’opera sfiora i due miliardi di euro per un impianto con mezzi automatici senza conducente progettato dall’Ansaldo Breda.
A Roma l’ultimo pezzo di metropolitana è stato inaugurato nel 2015. L’obiettivo nella Capitale è quello di collegare la linea C con la A. Per la stazione di San Giovanni bisognerà attendere il 2017. Nel 2022 è invece fissato il taglio del nastro per le stazioni Amba Aradam e Fori imperiali. A Napoli i lavori proseguono nella centrale piazza Municipio, a due passi dal castello del Maschio Angioino c’è un cantiere di notevoli proporzioni. Qui si intersecano la linea uno e la linea sei. Nella prima le tratte presenti sono 18 e i lavori sono iniziati nel 1976.
E per quanto altre città italiane possano sembrare più avanti di Catania in un percorso verso una mobilità più sostenibile, nel nostro Paese ci sono ancora paragoni impossibili da fare: quello con Londra, per esempio, la cui The tube – come la chiamano i londinesi – è lunga 402 chilometri e conta 270 stazioni per undici linee. Con una mole di passeggeri che supera il miliardo ogni anno. Il prossimo traguardo? Fissato per il 2019, con l’inaugurazione della Crossrail dopo dieci anni di lavori.
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