Metropolitana, i cantieri sono ancora fermi Corso Sicilia invaso da microdiscariche

Ancora un ritardo per la metropolitana di Catania. Restano fermi i cantieri di corso Sicilia e di Nesima, nonostante la scadenza per la loro ripresa fissata a questa mattina. Quasi quattro mesi di stop, a partire dallo scorso dicembre, a causa dei problemi finanziari della Sigenco spa, impresa capofila del consorzio Uniter che si è aggiudicato l’appalto. «Sulla richiesta di concordato preventivo con i creditori depositata in Tribunale dall’azienda non ci sono ancora novità – spiega Claudio Longo, segretario generale della Fillea Cgil – Considerata la proroga richiesta dalla stessa società, il giudice dovrebbe pronunciarsi entro fine mese». E intanto i quasi 200 lavoratori coinvolti nel cantiere della linea metropolitana etnea e in altri della Sigenco attendono risposte. Così come i catanesi. Le zone dei lavori in corso, nel frattempo, restano recintate, con le scale mobili appena coperte da teli e ormai trasformate in microdiscariche abusive. Unica utilità delle grate trovata dai cittadini è quella di appiglio per legare la bicicletta.

La promessa di ripresa dei lavori risale a metà marzo. Quando, dopo un incontro in prefettura tra la Fce – responsabile del piano della metropolitana -, l’azienda appaltatrice e i sindacati Cisl e Cgil, la Sigenco si impegna a far ripartire l’attività a metà aprile. «Entro lunedì 15 aprile, e cioè oggi, rassicurava i cittadini la settimana scorsa Santo Campione, l’amministratore delegato, in una intervista al quotidiano La Sicilia – racconta Longo – Questo conferma l’inconsistenza di certe notizie di stampa e la necessità di fare chiarezza». Alle due tratte già in costruzione – la Stesicoro-Giovanni XXIII e la Borgo-Nesima – mancherebbero ancora il 40 per cento dei lavori, secondo i sindacati. Come i binari, la struttura delle stazioni e tutta la parte elettronica.

«Ma la situazione, per fortuna, non è ancora irreversibile – commenta il segretario Fillea Cgil – Ci conforta il fatto che a vincere l’appalto non sia stata la Sigenco, ma un consorzio. Se l’azienda non dovesse riuscire a rispettare gli impegni, a questa dovrebbe necessariamente subentrare una delle consorziate». Allo stato si tratta di ipotesi, sulle quali si attende soprattutto una risposta dal Tribunale sul concordato preventivo. Dopo di che, i sindacati si aspettano un piano chiaro dall’azienda. Ma non a mezzo stampa. «Noi abbiamo più fiducia negli impegni presi ai tavoli ufficiali. Per questo abbiamo già inviato una nuova richiesta di incontro al prefetto», spiega Longo.

Un altro appuntamento dovrebbe essere quello di lunedì 22 aprile al ministero, per discutere della possibilità di introdurre la cassa integrazione straordinaria per i quasi 200 lavoratori della ditta, impegnati nei lavori della metropolitana catanese ma non solo. Solo da poco il personale ha cominciato a ricevere, in ritardo, i pagamenti della cassa ordinaria. «Mi spiace dirlo, ma ancora una volta la Sigenco ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione – conclude Claudio Longo – L’azienda ha infatti inviato all’Inps una documentazione incompleta e in parte sbagliata, causando il ritardo dei pagamenti».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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