Metro Stesicoro, tra le carenze e i miglioramenti «Dopo 17 anni, non si poteva aspettare di finire?»

«Mi sono lamentato, è vero, e mi è stato detto che sono disfattista. Io che sono ottimista di natura. Però mi domando: chiedere che le cose siano fatte bene è essere criticoni?». Lo chef catanese Andrea Graziano ha provato ieri a prendere la metropolitana alla fermata Stesicoro – «per fare prima ad arrivare alla stazione» – però si è scontrato con una lunga attesa dovuta a un problema nel nodo di scambio dei binari. «Io vivo in quella zona, così sono entrato, ho visto il treno e mi sono detto: “Che fortuna, è già qua, partirà tra poco”». L’attesa, però, è durata oltre 25 minuti e il treno non è partito: «Un macchinista mi ha detto che il convoglio parte ogni dieci minuti, e poi ha aggiunto: “Quando funziona”». Il problema, in effetti, è noto anche ai vertici della Ferrovia Circumetnea che, dopo l’inaugurazione col ministro Graziano Delrio e il sindaco Enzo Bianco, sono stati investiti di polemiche. «Intanto l’abbiamo aperta, qualcosa può non funzionare ma si rimedia nel più breve tempo possibile», dicono dalla società. «Dopo 17 anni, che ci voleva ad aspettare qualche giorno in più ed evitare ‘sta mala cumpassa coi catanesi?», domanda l’imprenditore Graziano.

Il giorno dell’apertura al pubblico, i commenti dei cittadini erano entusiasti. Ma già dopo poco sono cominciate le osservazioni negative. E a fare eco allo chef interviene anche il regista Elio Sofia. «Fare valere i propri diritti e sottolineare le storture non significa lamentarsi. Significa prendere che le cose funzionino finalmente a regime», dice. Il suo viaggio nella nuova metropolitana è andato bene, almeno dal punto di vista dell’attesa: «Non ho aspettato tanto – sostiene – Ma certo è che quello che ho visto non è qualificabile: mancano gli ascensori per i disabili, i posti dove sedersi e i cestini per buttare la spazzatura». Mancanze alle quali l’amministrazione della Circumetnea conta di porre rimedio nelle prossime settimane, almeno nelle intenzioni. Pare che le panchine siano state sostituite in corsa e che gli schermi elettronici con l’annuncio dei tempi di attesa dovrebbero essere installati nel giro di qualche settimana. «Mi domando: a un ristorante darebbero il permesso di aprire senza certi adempimenti? – continua Sofia – Perché un privato no e un’opera pubblica sì?».

Tra le cose di cui non ci sarebbe traccia, almeno nella testimonianza del regista catanese 31enne, pure gli ascensori adatti ai disabili e l’avviso vocale della fermata all’interno dei treni. «Senza contare che in alcune stazioni pioveva quasi dentro agli ascensori. Quando è venuto il ministro non si è raccolta la differenziata per un giorno intero. Che hanno fatto? Gli hanno coperto gli occhi? I catanesi non possono essere presi in giro così. Succede con l’abbattimento del muro del porto, con le ringhiere del lungomare ridipinte senza togliere la ruggine. Questo è il nostro diritto a vivere in una città in cui le cose funzionano». E, soprattutto, sono sicure. «Quando il treno è arrivato a Stesicoro si dovevano aprire automaticamente le porte. Ma una è rimasta chiusa e il macchinista non è riuscito a farla funzionare neanche con la sua chiave – prosegue Elio Sofia – Se ci fosse stato un momento di emergenza avremmo rischiato tutti». Il punto non è «essere polemico per amore di polemica: io voglio che le cose cambino, non voglio essere uno che accetta senza parlare». Contattato da MeridioNews, il servizio informazioni di Fce – nonostante siano previste corse fino alle 21.30 – nel pomeriggio era già chiuso. 

Luisa Santangelo

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