Messina, teatro Vittorio Emanuele a rischio Travi logorate e cemento sfaldato a vista

L’agibilità del teatro Vittorio Emanuele di Messina potrebbe essere a rischio. Se entro il prossimo settembre tutti gli impianti e la relativa documentazione non saranno in ordine, l’ente potrebbe incontrare grosse difficoltà nel rispettare la nuova programmazione che prevede spettacoli di prosa e musica, oltre alla lirica. Una situazione delicata soprattutto se si pensa che Comme un souvenir, del maestro Micha van Hoecke, è andato in scena, lo scorso giugno, malgrado un documento dei vigili del fuoco attestante un maniglione antipanico guasto in prima galleria, capace di pregiudicare l’uso della scala di sicurezza.

La vicenda inizia il 4 giugno, quando il dipartimento dei vigili del fuoco, a seguito di un’ispezione rientrante nel servizio di vigilanza antincendio, riscontra che l’uscita verso la scala del lato nord, al secondo piano – dove si trova la prima galleria – è «preclusa a causa della rottura del meccanismo del maniglione antipanico». Il documento viene indirizzato al sindaco, alla commissione comunale di vigilanza Locali di pubblico spettacolo e allo stesso teatro.

I vigili del fuoco chiedono a palazzo Zanca l’immediato ripristino del maniglione antipanico che, restando così le cose, potrebbe pregiudicare «la regolare fruizione della scala di sicurezza che costituisce via di esodo per il pubblico e i lavoratori presenti nell’ambito della struttura». La segnalazione, però, non perviene alla commissione di vigilanza, come la stessa ammette il successivo 3 luglio, in una lettera rivolta sempre a Renato Accorinti, oltre che al dirigente del dipartimento Manutenzioni immobili comunali, al sovrintendente del Vittorio Emanuele e, per conoscenza, alla Questura.

A informare la commissione, presieduta da Patrizia Russo, è semmai il capogruppo del Ncd in consiglio comunale, Daniela Faranda, con una nota del 26 giugno che, all’organismo di vigilanza, arriva quatto giorni dopo, tramite il dipartimento Politiche culturali. Il 2 luglio, viene effettuato un sopralluogo. La commissione accerta la presenza di un cantiere relativo a una serie di interventi di riqualificazione finanziati con i fondi Arcus. E rinvia il proprio parere solo a una fase successiva. Cioè dopo la fine dei lavori già in corso e dopo aver ricevuto «la documentazione tecnico-amministrativa e igienico- sanitaria aggiornata, anche in merito alle alterazioni strutturali visibili al piano seminterrato». I commissari, infatti avrebbero riscontrato delle travi logorate nel camerone degli orchestrali, col cemento che si è sfaldato e dei pezzi di ferro che fuoriescono. Oltre all’assenza dei lavamano nei bagni del piano terra.

In ogni caso, dal 12 al 14 giugno, nel teatro si è svolto lo spettacolo Comme un souvenir. Consultato due giorni fa, l’architetto Andrea Milici, responsabile unico del procedimento in merito al finanziamento Arcus e componente del dipartimento Manutenzioni immobili comunali, parla di «problema da poco», con riferimento al maniglione antipanico, presumendo che sia stato sistemato, senza però esserne assolutamente certo.

Proprio i 500mila euro ottenuti dalla Arcus, grazie all’impegno dello stesso architetto e di Faranda, all’epoca consigliere di amministrazione del teatro, potrebbero tornare utili. Con 400mila euro, dal 20 giugno, si sta procedendo alla «sostituzione della moquette della sala con il parquet, per migliorare la resa acustica; al rivestimento delle poltroncine, per renderle ignifughe; all’attivazione dei sette ponti mobili del palco, che non sono mai stati utilizzati; a una serie di adempimenti alle norme antincendio». In cantiere anche interventi nella sala Sinopoli per dotarla di una via di fuga indipendente. Qualora la società Arcus acconsentisse, il risparmio ottenuto con il ribasso d’asta potrebbe finanziare gli interventi necessari a ottenere l’agibilità.

Fabio Bonasera

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