Messina, solo nove camion per i rifiuti Il 70% dei mezzi è fermo per guasti

Mezzi risalenti al secolo scorso e ormai inidonei all’uso; mancanza di guanti, divise e mascherine per la raccolta dei rifiuti; stipendi che arrivano in ritardo. Queste le condizioni in cui sarebbero costretti a lavorare, per loro stessa ammissione, i dipendenti di Messinambiente Spa, che auspicano il passaggio alla multiservizi Amam per risolvere tutti i guai. Un processo che dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno, assicura l’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua, insieme all’istituzione del porta a porta.

«Salvaguardare i posti di lavoro, assicurare la sicurezza e migliorare la qualità dei servizi». Queste le priorità di palazzo Zanca, capaci di risolvere le criticità evidenziate oggi, dalla Cgil e dal personale della società, nel corso di una conferenza stampa. È Clara Croce a mettere in luce come l’atavica mancanza di risorse abbia condotto a una situazione che «solo il passaggio all’Amam» potrebbe sanare.

Un bilancio da 42-45 milioni, il 70 per cento dei quali spesi per i circa 500 dipendenti; 5 milioni di debiti accumulati ogni anno; incapacità di investire poiché la società è in liquidazione; pessima organizzazione del personale; dirigenti intenzionati a impedire il trasloco alla multiservizi. Queste le note dolenti sollevate dalla segretaria provinciale della Funzione pubblica, che teme che il Comune possa dichiarare 100 esuberi. Le fa eco la rappresentanza sindacale unitaria: «I cittadini, i consiglieri comunali vedono un cassonetto pieno e attaccano noi. Eppure potremmo fermarci anche oggi: le divise non vengono date da due anni, spesso non abbiamo i guanti e le mascherine per la raccolta dei rifiuti». Per non parlare dei mezzi, i camion cosiddetti a carico laterale, che «in molti casi risalgono ai tempi dell’Altecoen», ovvero alla fine degli anni Novanta.

«Il lavoro in città – rende noto il personale della partecipata – viene suddiviso su due turni, ognuno riguardante 14 zone. Tuttavia, non possono uscire più di nove camion alla volta, essendo il restante 70 per cento fermo per guasti che non possono essere riparati perché mancano i pezzi di ricambio e il denaro per acquistarli. Così, sistematicamente, cinque zone rimangono scoperte. Chi finisce in anticipo, talvolta, cerca di tamponare, aumentando il proprio carico di lavoro. Non ci sono nemmeno le maestranze per il porta a porta e pochi sono pure i mezzi leggeri, come le motoapi». Ce ne vorrebbero quattro per il servizio nei mercati rionali ma «la scorsa settimana ne funzionavano solo due e si è dovuta utilizzare una Fiat Panda».

Operativa, poi, una sola macchina spazzatrice. Lo spazzamento avviene quasi sempre a mano e ogni addetto deve occuparsi, mediamente, di tre villaggi o di due zone della città. L’inidoneità dei mezzi ha riflessi pure sulla sicurezza. Risale a poco più di un anno fa la morte del dipendente Nino Tomasello, precipitato da un viadotto mentre manovrava una spazzatrice sul torrente Pace: «Da allora – protestano i colleghi – nessuno è stato in grado di accertare le cause dell’incidente». Da registrare, ancora, «l’autoparco inagibile, con dei calcinacci caduti la scorsa settimana», e i ritardi nei pagamenti degli stipendi.

I lavoratori, che preannunciano una mobilitazione, confidano sull’integrazione dei servizi da affidare alla società, soprattutto in vista del passaggio del personale ad Amam. Anche questo dovrebbe scongiurare eventuali esuberi. A confermarlo, Ialacqua: «Evidentemente, i lavoratori sono d’accordo con la strategia del Comune. Contiamo di superare questi problemi con una società nuova, sana, senza debiti, capace di investire. Purtroppo, due anni fa, abbiamo trovato una Messinambiente con quasi 60 milioni di debiti, 32 dei quali accertati. Tra il 2005 e il 2007 sono state assunte circa 100 persone. I 40mila euro lordi l’anno sborsati per ognuna danno il debito di 5 milioni accumulato ogni 12 mesi».

La costituzione della multiservizi dovrebbe avvenire entro fine anno. Così come la partenza definitiva della raccolta porta a porta: «È un progetto da 4,7 milioni – conclude l’assessore – l’appalto è di 3,8 milioni e le offerte dovranno essere presentate entro il prossimo 7 ottobre».

Fabio Bonasera

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