Messina, sequestro beni a cellula dei Santapaola Gli affari tra l’edilizia e il settore delle scommesse

Cinque mesi dopo gli arresti dell’operazione Beta, i carabinieri del Ros hanno sequestrato i beni agli affiliati della cellula mafiosa che operava a Messina. Il valore complessivo è di otto milioni di euro. Sotto chiave sono finiti assetti societari e beni mobili e immobili. Il provvedimento è stato notificato a Vincenzo e Pasquale Romeo, nipoti del boss Nitto Santapaola, e Biagio Grasso, tutti raggiunti lo scorso luglio dall’ordinanza di custodia cautelare. 

Trenta i soggetti coinvolti nell’inchiesta e accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi ed altro. 

Dalle attività svolte dai militari del Ros era emersa al vertice del sodalizio la figura di Vincenzo Romeo, che operava sotto la supervisione del padre, Francesco, cognato di Santapaola, e con la collaborazione dei fratelli, Pasquale, Benedetto e Gianluca. Per gli inquirenti si trattava di «un’entità criminale ancorata alle tradizioni mafiose ma, al tempo stesso, capace di relazionarsi proficuamente con professionisti ed esponenti della amministrazioni locali».

Il sequestro ha colpito quote imprese attive nei settori di maggiore interesse del sodalizio criminale, controllate direttamente dagli indagati o attraverso prestanome. In particolare «sette società del settore immobiliare e dei lavori edili, alcune delle quali interessate a rilevanti interventi di edilizia abitativa, pubblica e privata» come la riqualificazione di Fondo Fucile a Messina e la realizzazione di un complesso immobiliare in zona Torrente Trapani. Sequestrate anche due società del settore degli apparecchi da intrattenimento. Tra i beni aggrediti anche un’Alfa Romeo, un’Audi Q5, una Fiat Panda, tre immobili a Messina, 17 conti correnti. Il provvedimento è stato emesso su richiesta del procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, e dei sostituti, Liliana Todaro, Maria Pellegrino e Antonio Carchietti.

Simona Arena

Recent Posts

Chiesto il rinvio a giudizio per i presunti mandanti dell’omicidio del sindacalista Mico Geraci

La procura ha chiesto al gup di Palermo Lorenzo Chiaramonte il rinvio a giudizio dei presunti mandanti…

2 ore ago

Catania, bambina muore subito dopo il parto. Presentato esposto in Procura

Una neonata è morta ieri subito dopo il parto nell'ospedale Garibadi-Nesima di Catania. A dare la…

3 ore ago

Siccità in Sicilia, il ministero delle Infrastrutture approva il piano per i dissalatori: costerà 50 milioni con fondi regionali

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rende noto che oggi, alla presenza del ministro…

4 ore ago

Palermo, in una dimostrazione a scuola davanti a dei bambini la polizia municipale spara a salve e simula un arresto

Una dimostrazione davanti a bambini e bambine dell'asilo e della scuola primaria, con colpi di…

5 ore ago

Processo per il depistaggio sulla strage di via D’Amelio, rinviati a giudizio quattro poliziotti. Il pm: «Assoluta malafede»

Rinviati a giudizio con l'accusa di depistaggio. Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e…

8 ore ago

Siracusa, 16enne accoltella un ragazzo che ha offerto una sigaretta alla sua fidanzata: arrestato

Avrebbe accoltellato un 19enne perché quest'ultimo ha offerto una sigaretta alla sua fidanzata. Un 16enne…

9 ore ago