Niente scuola perché nelle aule c’è troppo freddo. Accade a Messina dove 31 istituti chiuderanno – o potranno decidere di farlo – per una settimana a causa della mancanza di riscaldamenti. Lo ha deciso il sindaco Renato Accorinti dopo aver ascoltato le proteste di dirigenti scolastici, ma soprattutto delle mamme che da lunedì manifestano e che ieri si sono presentate davanti la sua porta a chiedere che il problema venga risolto.
Si parla di migliaia di alunni solo per i 13 istituti compresivi di diretta competenza del Comune, a cui vanno aggiunti degli istituti superiori Jaci e Caio Duilio. Due giorni fa, a piazza Duomo, i ragazzi delle due scuole superiori insieme a quelli di Marconi-Majorana e Verona-Trento hanno protestato chiedendo a gran voce risposte riguardanti gli impianti di riscaldamento. Hanno chiesto e ottenuto un incontro con il commissario della ex Provincia regionale Filippo Romano e poi con lo stesso primo cittadino.
Nell’ordinanza si legge che «a partire dal 13 gennaio e per sette giorni si dispone la chiusura delle attività scolastiche di taluni plessi che non sono serviti da impianto di riscaldamento e/o non funzionanti». E se le temperature continueranno a essere rigide le scuole continueranno a restare chiuse. Nel documento Accorinti specifica infatti che le lezioni saranno sospese per una settimana e «comunque sino al cessare delle avverse condizioni meteo».
A chiudere i battenti saranno senz’altro la primaria Briga Marina di via Comunale dell’istituto comprensivo S. Margherita, la primaria Tommaseo di via Centonze dell’istituto Manzoni Dina e Clarenza, le scuole d’infanzia, primaria e secondaria dell’Albino Luciani, la scuola d’infanzia Palazzo Saja di Contesse della Catalfamo Cep, le scuole d’infanzia e primaria Montepiselli, la primaria Trimarchi e l’infanzia ex Leopardi dell’istituto Giovanni XXIII.
Facoltà di chiudere, invece, avranno i dirigenti delle seguenti scuole, invitati dal primo cittadino a pubblicare sul proprio sito web le informazioni del caso: Santa Margherita, LaPira-Gentiluomo, Manzoni-Dino e Clarenza, Albino Luciani, Tremestieri, Cep, Gallo-Mazzini, Gravitelli, Battisti-Foscolo, Villa Lina-Ritiro, Evemero da Messina, Boer-Verona Trento, Paradiso.
All’origine dei disagi ci sono le più svariate ragioni. Dal ritardato allaccio del gas che si prevede a metà febbraio come nel caso della scuola Albino Luciani fino alla totale assenza dell’impianto come al plesso di Tremestieri. La decisione è stata adottata dal sindaco per «le difficoltà a provvedere nell’immediato a installare gli impianti e a ripristinare il regolare funzionamento degli impianti guasti».
Per quanto riguarda gli istituti superiori che ieri avevano manifestato all’ombra del Duomo è stata disposta la chiusura solo per Caio Duilio e Jaci perché sprovviste di impianti. Mentre per il Verona-Trento ed il Marconi-Majorana, i tecnici del Comune hanno riparato il sistema, permettendo il funzionamento degli impianti al 70 per cento. Un regime tale da consentire la permanenza a scuola degli alunni.
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