La terza sezione della Corte di Cassazione ha confermato la condanna a tre anni di reclusione nel confronti del sacerdote messinese di 57 anni Giovanni Bonfiglio ritenuto responsabile di violenza sessuale nei confronti di un 14enne. I fatti risalgono al 28 ottobre del 2014, intorno alle 13, e sono avvenuti a bordo di un tram vicino agli imbarcaderi privati, poco prima del capolinea dell’Annunziata. Per difendersi, il giovane avrebbe anche schiaffeggiato il prete che poi è stato denunciato.
Il 14enne aveva raccontato ai poliziotti intervenuti sul posto di «subire atti sessuali, consistiti nel toccargli le cosce, nel palpeggiarlo ripetutamente sulle parti intime, nello strofinarsi contro il suo corpo». La Cassazione ha accolto la tesi dell’avvocato Giovambattista Freni, difensore del giovane (che, intanto, è diventato maggiorenne) e dei genitori, che si sono costituiti parti civili. L’imputato non potrà beneficiare della sospensione condizionale della pena, quindi rimarrà in carcere.
Bonfiglio aveva indicato sedici testimoni tra i quali quattro monsignori, due sacerdoti e una suora, che avrebbero dovuto dimostrare la corretta condotta nella sua funzione religiosa e nella sua attività di insegnante. I genitori del minore, dopo la denuncia, si erano anche rivolti al vescovo di Messina Calogero La Piana, per richiedere la rimozione dal sacerdozio del prete, che fu trasferito nella diocesi di Patti per accudire l’anziana madre.
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