Messina, pronto soccorso Piemonte al Policlinico? Un coro di no: «Con lo stesso personale, una follia»

«Hanno creato una cortina fumogena per fare solo confusione e nel frattempo fanno intese sottobanco con ipotesi strane come questa nuova convenzione con il Policlinico che farebbe diventare il pronto soccorso del Piemonte un’astanteria da cui smistare i pazienti alle varie specialistiche». A parlare è il presidente del comitato Salvare l’ospedale Piemonte, Marcello Minasi, che come promesso ha continuato a vigilare anche dopo il voto all’Ars che ha lasciato la proprietà degli immobili del Piemonte in capo all’ospedale, senza cederla all’Irccs Bonino Pulejo. 

«Volevamo sperare che questa decisione favorisse il futuro del pronto soccorso del Piemonte, ma così non è alla luce della nuova ipotesi proposta dal Policlinico». E cioè che proprio l’azienda universitaria si occupi della gestione del punto d’emergenza mettendo il proprio know how, i propri dirigenti e una sorta di ponte mobile con le ambulanze. Al Piemonte però non troveranno spazio i reparti di cardiochirurgia e neurochirurgia, quindi i pazienti con questa tipologie verrebbero stabilizzati e poi trasferiti in ambulanza al Policlinico. 

A spiegare nel dettaglio questa nuova idea è stato il rettore Pietro Navarra. «La nostra proposta è stata formulata in modo serio e accurato nel pieno rispetto della ratio della legge – ha sottolineato – e si fonda su sei elementi cardine: integrare pienamente il pronto soccorso del Policlinico con quello del Piemonte, garantirne una gestione autonoma, mantenere inalterati i tetti di spesa per il personale, assicurare lo standard minimo di dotazione organica per l’offerta delle prestazioni sanitarie a ciascuna delle aziende coinvolte, potenziare alcuni servizi sanitari aggiuntivi e operare i necessari interventi infrastrutturali». Una disponibilità che però arriva solo nelle ultime ore, e che non era stata registrata in passato. 

Secondo Minasi «ancora una volta si trova la maniera di progettare l’eliminazione del pronto soccorso del Piemonte in barba all’ordinanza sindacale e alla legge regionale». Dello stesso parere anche Riccardo Spampinato, segretario regionale Cimo: «È una follia. Cosa c’entra l’Università? La mission dell’ateneo peloritano non è quella ospedaliera. È un’idea che non ha testa né piedi. Il risultato che si otterrebbe sarebbe quello di un ulteriore danno». Il sindacalista infatti si sofferma sulla mancanza di risorse. «C’è da chiedersi cosa abbia convinto il rettore a questo cambio di idea – sottolinea -. Il pronto soccorso del Piemonte non ha reparti, né la disponibilità economica per fare la pianta organica. E non essendoci da parte dell’Università fondi ulteriori a disposizione, non vedo come possa essere d’aiuto».

Motivi che oggi hanno spinto il comitato a scrivere una lettera all’assessore alla Sanità, Baldo Gucciardi, chiedendo lumi sul destino del punto di emergenza. Sei i punti salienti che si chiede vengano inseriti in un decreto assessoriale di prossima emissione. A cominciare dal mantenimento del pronto soccorso generale, la cui gestione non venga affidata al Policlinico. Il secondo riguarda il ripristino del pronto soccorso ostetrico e a seguire di quello pediatrico. Il comitato chiede inoltre che vengano ripristinate le specializzazioni attinenti l’emergenza urgenza, che vengano stabiliti i posti letto in maniera distinta e infine che sia chiarito il numero del personale medico, infermieristico e ausiliario in dotazione al Piemonte.

Simona Arena

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