Dopo le spese e i rimborsi del sindaco Renato Accorinti per le missioni, nel mirino del consigliere comunale Giuseppe Trischitta finiscono i costi di ristrutturazione del bagno di pertinenza della stanza del primo cittadino a palazzo Zanca. Spulciando nei documenti dei vari dipartimenti comunali, nel registro dove vengono annotate le spese per i rifacimenti degli edifici comunali, il capogruppo di Forza Italia ha scoperto che il sindaco ha chiesto che il bagno adiacente alla sua stanza venisse dotato anche di una doccia.
Il nuovo attacco alla gestione finanziaria del primo cittadino è arrivato stamattina in conferenza stampa. «Mentre ancora oggi ci sono punti dell’edificio comunale che cadono a pezzi, calcinacci ovunque, Accorinti ha pensato bene di farsi mettere la doccia e lo scaldino per produrre acqua calda». Una scelta contestata da Trischitta anche perché fatta «in un periodo in cui non c’erano soldi da spendere, neanche per il cero votivo che viene offerto dal Comune in occasione della cerimonia di affidamento alla Madonna della Lettera, patrona della città». Secondo il consigliere, quella di Accorinti sarebbe stata una spesa inutile. «Per non parlare poi dello spreco di acqua in una città che è sempre alle prese con la crisi idrica», ha aggiunto.
La somma contestata è di 1616,54 euro, presa da un impegno di spesa di 50 mila euro per interventi a Palazzo Zanca e ad altri edifici comunali. «Come si legge nel preventivo, il sindaco ha scelto materiali di lusso, come pavimenti da 45 euro al metro quadro – ha aggiunto Trischitta – quando con la stessa cifra si sarebbe potuto fare molto di più, sistemare altri bagni del Comune, piuttosto che pensare solo a se stesso». Il consigliere comunale ha voluto anche dare un nome a questa conferenza: Due cuori e una capanna, perché «un sindaco che si fa rifare il piccolo bagno che era lì da 40 anni per le emergenze rappresenta un uso personale della stanza». Trischitta ha poi lanciato una provocazione, in riferimento alla presenza in consiglio comunale della compagna di Accorinti, Cecilia Caccamo. «Mi aspetto che faccia mettere anche un cucinino», ha attaccato l’esponente di Forza Italia. Che poi sulla possibilità di ipotizzare il reato di peculato per il consumo di acqua ed elettricità ha commentato: «Lascio valutarlo a chi di competenza». Intanto, contattato da MeridioNews, il sindaco di Messina ha preferito non rilasciare alcun commento sulle dichiarazioni del consigliere comunale.
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