Messina, le lezioni si trasferiscono in piazza Duomo A scuole poche aule, telefoni staccati e solai a rischio

Sotto un caldo sole autunnale i 1500 alunni del liceo Seguenza stamattina si sono trasferiti nella piazza Duomo di Messina. Cinquecento alla volta, la preside Lilia Leonardi ha fatto svolgere ai suoi studenti le ore di lezione all’aperto per protestare contro la cronica carenza di aule di un istituto che si trova persino costretto a rifiutare nuovi iscritti per la mancanza di un posto dove accoglierli. 

«Vogliamo richiamare l’attenzione del sindaco metropolitano e degli uffici competenti per garantire il diritto allo studio ai 500 alunni del Seguenza, attualmente ospitati nell’istituto Cristo Re – spiega la dirigente scolastica –. Siamo vicini alla risoluzione del contratto con l’istituto religioso e verrebbero a mancare le aule necessarie allo svolgimento delle lezioni». Si tratta di un vecchio problema che in questi anni non è mai stato risolto definitivamente, ma solo posticipato. «Malgrado i numerosi solleciti – continua Leonardi – nessuna soluzione è stata finora trovata o proposta per iscritto dall’amministrazione, i sopralluoghi in edifici scolastici limitrofi non hanno trovato riscontro».

A difendere il loro diritto allo studio c’erano anche i genitori dei ragazzi, che hanno trascorso insieme ai figli una giornata diversa, all’ombra del campanile della Cattedrale. «Non è corretto che in scuole vicine al Seguenza, come il Maurolico, ci siano aule vuote e inutilizzate e non si dia la possibilità alla preside di fare un sopralluogo per verificarne la conformità», denuncia un papà. Ma il preside del vicino liceo, Rosario Abbate, ha spiegato che le verifiche sono state già fatte e che non c’è posto per ospitare gli alunni del Seguenza.

Sergio, della terza B, ha puntualizzato: «Non esistono studenti di serie A o di serie B. Bisogna trovare una soluzione. Siamo un liceo storico e prestigioso e siamo costretti a rifiutare nuovi iscritti». Gli fa eco Andrea, della quinta A: «Siamo contro i dopppi turni e per un plesso distaccato perché significa tradire la fiducia di chi iscrive i proprio figli in un plesso centrale. Non è corretto che si prospettino soluzione a chilometri di distanza alle famiglie che hanno scelto una scuola nel cuore della città per i più svariati motivi». 

Ma i problemi delle scuole di Messina non finiscono qui. Tra plessi senza aule e altri chiusi perché a rischio sismico, come la Castronovo, l’elenco delle scuole non sicure si allunga. Così il sindaco ha disposto l’interdizione della Pajno di Gravitelli che ospita elementari e materne. I circa 166 alunni saranno trasferiti in parte nelle aule della ex scuola Antonello da Messina e in parte all’omnicomprensivo di Montepiselli. I tecnici del Comune hanno previsto che in sei mesi al massimo i lavori di consolidamento della Pajno potranno essere completati. 

Sono invece state chiuse la Tommaseo e la Pirandello su decisione della dirigente scolastica che ritiene in pericolo gli edifici, dopo aver visionato al relazione commissionata dal Comune e cofinanziata dal Miur in cui si evidenziano criticità, specie negli intonaci. Lezioni sospese al momento per due giorni. Resta chiusa anche la Enzo Drago, per consentire alcuni interventi sui controsoffitti. A peggiore il tutto, l’ultima tegola arrivata oggi: molti istituti non hanno più linea telefonica perché il Comune non ha pagato una bolletta da un milione di euro.

Simona Arena

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