Messina, la morte di Ilaria la notte di San Lorenzo A venderle la droga sarebbero state due ragazze

Voleva «provare amore per il mondo intero» e invece è morta la notte di San Lorenzo. A ricostruire l’ultima sera d’estate della sedicenne Ilaria Boemi e capire chi le ha venduto la dose mortale di Mdma sono stati gli investigatori della squadra mobile. Già due giorni dopo la morte della ragazza, la polizia era riuscita a capire chi le aveva dato la droga e chi era stato con lei quando si è sentita male sul lungomare del Ringo. Dove poi è stata soccorsa ancora agonizzante dal personale del 118, quando però la droga era ormai entrata in circolo e aveva raggiunto il suo cuore, provocandole l’arresto cardiocircolatorio che le è stato fatale.

Su richiesta del sostituto procuratore Stefania La Rosa, la gip Maria Militello ha disposto gli arresti domiciliari per la diciottenne che è stata identificata come il pusher che ha materialmente ceduto la dose letale. A lei, gli investigatori della Squadra Mobile sono arrivati ricostruendo l’intera vicenda, dai contorni via via sempre più allarmanti. La polizia ha infatti individuato altre due giovani donne, che Ilaria conosceva e frequentava. La prima, oggi diciottenne ma all’epoca dei fatti minorenne, è direttamente coinvolta. Sarebbe stata lei a dare alla pusher l’ecstasy perché la vendesse a Ilaria. Secondo gli inquirenti, l’ultima serata di svago, Ilaria l’avrebbe passata proprio con lei e sarebbero state insieme quando la sedicenne ha inviato dal suo telefono cellulare un messaggio scrivendo di voler acquistare l’ecstasy – la maddy, la maddalena – che le faceva provare «l’amore per il mondo intero». Sempre insieme, poi, avrebbero deciso chi sarebbe stato a procurare la droga. La terza protagonista è una sedicenne che le indagini hanno indicato come più volte in passato protagonista di cessione di Lsd ed Mdma a Ilaria e ad altre coetanee. Per le due ragazze, il gip del Tribunale per i minori Michele Saja, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Pagano, ha deciso la misura cautelare del collocamento in comunità da eseguirsi presso una struttura che dovrà essere individuata dal Centro per la giustizia minorile di Palermo.

Dalle indagini è emerso che la vendita della droga sintetica a Ilaria la sera del 9 agosto non è stato un caso isolato. Le indagate hanno rifornito amiche e conoscenti, non solo prima ma anche dopo la morte di Ilaria: è di settembre, infatti, la cessione di un’altra dose di maddy, in quel caso venduta a Villafranca Tirrena. Le forze dell’ordine, intanto, continuano a indagare su altri personaggi ritenuti i fornitori delle due giovani pusher. Si tratterebbe di persone già note alle autorità e in passato arrestate per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Piena luce, tuttavia, dovrà essere ancora fatta anche su cosa è accaduto nelle ore precedenti al decesso. Quella sera, nelle mani di Ilaria arrivarono due dosi di Mdma. Marroncina, cristallina, solida Ilaria ne ha sbriciolata una prima parte in una bottiglietta di plastica usando una forbicina. Ha aggiunto un po’ di birra e l’ha passata alle due persone che erano in macchina con lei: un’amica e un trentanovenne. Poi ha sciolto la restante parte e l’ha mandata giù. Dal racconto dei testimoni, dopo l’assunzione della droga Ilaria alternò momenti di euforia ad altri di malessere. La sedicenne ballava e parlava velocemente, ma anche sudava e sbatteva la mascella. Insieme agli amici, decise di spostarsi dal centro città alla spiaggia. Su cosa sia successo dopo si sa ancora poco, la cosa certa è che Ilaria è morta da sola. Quando sono arrivati i soccorritori del 118, gli amici non erano con lei.

Simona Arena

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