Hanno atteso per nove mesi la nascita del loro piccolo Giovannino e, quando è venuto al mondo lo scorso 17 settembre, tutto è precipitato in un profondo incubo. Ecco perché adesso vogliono capire se potevano evitare questa sofferenza. I genitori del piccolo, Valentina e Lucio, hanno presentato una denuncia ai carabinieri e – come riportato oggi da La Gazzetta del Sud – vogliono capire cosa abbia causato la morte del loro neonato.
La coppia si è rivolta ai carabinieri lo scorso 16 settembre. Ai quali hanno detto che, superata la 39esima settimana già da quattro giorni, sono andati al pronto soccorso dell’ospedale Papardo di Messina. Lì la madre è stata ricoverata. Soffriva di diabete gestazionale. Nonostante il peso del bambino, che dagli esami ecografici risultava essere di quattro chili e 650 grammi, è stata esclusa la possibilità di partorire con il cesareo ed è stata avviata la procedura per la stimolazione.
Il 17 mattina sono iniziate le contrazioni e, dopo qualche ora, la donna è stata portata in sala parto dove, assistita da due dottoresse, un’ostetrica e un’infermiera, secondo quanto raccontato dal padre che era in sala parto, si sono avute le prime complicazioni. La testa del piccolo riusciva ad arrivare al collo dell’utero, ma tornava indietro e quando finalmente è venuto al mondo aveva la testa annerita e non c’era battito cardiaco.
Inoltre, il defibrillatore non sarebbe stato in sala parto e sarebbe arrivato da un altro reparto. Rianimato il piccolo, ne è stato disposto il trasferimento nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico. Qui, cinque giorni dopo, è morto per encefalopatia ipossica-ischemica. Dopo la denuncia, le cartelle cliniche sono state sequestrate ed è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Messina.
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