Due quartieri storici di Messina, Fondo Fucile e Fondo Saccà, caratterizzati ancora oggi da baracche del terremoto del 1908 verranno riqualificati grazie a un finanziamento da 18 milioni di euro ottenuto nell’ambito del programma straordinario di intervento sulle periferie promosso dal governo nazionale. Dopo anni di promesse, gli insediamenti urbani dovrebbero finalmente rinascere. Non sostituendo condomini alle vecchie casette con i tetti in eternit accatastate una accanto all’altra, dove vivono i pronipoti dei terremotati. L’area dovrebbe essere trasformata in un parco urbano attrezzato e a chi vive nelle casette – moderne favelas siciliane – verrà dato una appartamento acquistato dal Comune o reperito tra gli immobili comunali.
Nella sala dei Galeoni di palazzo Chigi, il sindaco Renato Accorinti ha firmato stamattina il patto alla presenza del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e della sottosegretaria Maria Elena Boschi. Il progetto che si è aggiudicato il finanziamento è stato intitolato Messina: CapaCity è risanare il territorio per progettare il futuro. Alla base di esso, l’idea «di ottenere una reale riqualificazione di alcune delle aree più degradate di Messina da attuarsi nel rispetto del più importante tra tutti i temi: la condivisione e la partecipazione sociale all’interno dei processi di trasformazione». Sono previste azioni relative a sei assi tematici come spiega l’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola. «Si parte dal concetto di capacitazione promosso dal premio Nobel Amarthya Sen, che mette insieme le condizioni basilari di capacità e agibilità, tra le quali quelle relative all’abitalità, lavoro, conoscenza, socialità ma anche mobilità ed efficientamento energetico e sicurezza».
Il progetto rientra tra i primi 24 finanziati, come sottolineato da Accorinti che ha spiegato che «nelle zone dove queste strutture verranno demolite noi non andremo a costruire nuovi palazzi». Il primo cittadino ha poi sottolineato che «a quanti vivono ancora in quelle baracche daremo una casa vera utilizzando il patrimonio immobiliare pubblico». Di rientro a Messina, assessori e sindaco si metteranno in moto da subito. «Già da domani possiamo iniziare a lavorare e noi siamo già pronti», ha assicurato De Cola. Entro 60 giorni dalla registrazione, il Comune dovrà trasmettere le delibere di approvazione dei progetti definitivi o esecutivi. Entro 20, invece, le determine delle procedure di gara relative ad appalti e concessione di forniture e servizi. «Rispetteremo i tempi previsti», promette l’assessore.
Il valore complessivo del progetto è di oltre 86 milioni, per cui è stato chiesto un contributo pari al 21 per cento dell’importo totale. La restante parte arriverà dai privati che sono partner del progetto. Come primo step è prevista la demolizione delle baracche che consentirà di liberare oltre 13 mila metri quadrati. A Fondo Saccà si completerà quanto già avviato. Come si legge nel progetto, «154 famiglie usciranno dalle baraccopoli per andare a vivere in una casa». Subito dopo partirà lo start up e al consolidamento di 50 imprese solidali e giovanili, con 20-25 persone impegnate nelle pratiche di co-costruzione salariata. Sono inoltre previste misure relative al microcredito etico e altre che mirano alla promozione dello sviluppo cognitivo di bambini e adolescenti. Ma anche la realizzazione di una strada di collegamento fra l’area e la stazione ferroviaria centrale dell’area metropolitana e l’introduzione di illuminazione pubblica a led, per finire con la riqualificazione ambientale del torrente Bisconte-Catarratti e il risanamento igienico dell’alveo dello stesso.
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