La mozione di sfiducia per mandare a casa il sindaco di Messina Renato Accorinti verrà discussa in consiglio comunale il prossimo 15 febbraio. La data è stata scelta e in questi giorni di totale caos a Palazzo Zanca è l’unica cosa certa. Il consiglio comunale, dal canto suo, è paralizzato da vicende amministrative e giudiziarie riguardanti l’ineleggibilità sancita dal tribunale della consigliera comunale Donatella Sindoni, per incompatibilità con una carica assunta come rappresentante legale di uno studio diagnostico convenzionato con il sistema sanitario nazionale
E la confusione creata in consiglio proprio sul voto per dichiarare decaduta la collega ha spinto oggi il vicepresidente del consiglio comunale Nino Interdonato a dimettersi dalla sua carica per «la mancanza di imparzialità negli atti che si sottopongono al consiglio comunale». Da ultimo si viene a sapere che già da giorno 2 febbraio un altro consigliere comunale, Nicola Cucinotta, ha comunicato alla presidente del civico consesso Emilia Barrile e al segretario Antonio Le Donne che non avrebbe più preso parte ai lavori delle sedute di commissione permanenti perché scrive «non voglio essere complice della distruzione della mia città». Prenderà solo parte al consiglio comunale senza prendere gettone di presenza per atti importanti.
E di argomenti all’ordine del giorno, che il voto sulla decadenza della Sindoni ha fatto passare in secondo piano, ce ne sono e anche tanti. Primo tra tutti la costituzione della Messinaservizi Bene Comunae, la nuova società che dovrebbe assorbire le partecipate del comune di Messina, a cominciare da Messinambiente che si occupa del servizio rifiuti.
Ma sono già due sedute che saltano senza essere arrivati a nulla perché viene fatto cadere il numero legale, per evitare di pronunciarsi sul voto di decadenza della Sindoni. «Teatrini e strategie sulla nostra pelle», hanno affermato i lavoratori di Messinabiente che per due volte hanno invaso l’aula nelle scorse settimane durante le sedute di commissione, nella speranza – vana, per il momento – di mettere fretta ai consiglieri. Da oggi, i lavoratori sono in presidio permanente e accusano i consiglieri «di non volersi assumere responsabilità». Nel frattempo la data dell’udienza fallimentare di Messinambiente, fissata per il 21 febbraio, si avvicina.
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