È cominciato questo mattina lo screening sanitario delle patologie respiratorie della popolazione che vive nelle baracche di Messina che entro fine ottobre devono essere sgomberate. Sono sette gli ambiti di risanamento censiti dal Comune. Come promesso dall’Asp, per abbreviare i tempi sono stati allestiti degli ambulatori mobili con la presenza di specialisti.
Il primo camper dell’Asp ha fatto tappa a Fondo Fucile. A bordo del mezzo nei pressi della scuola Albino Luciani, i pneumologhi Maria Elena Santoro e Franco Gentiluomo hanno cominciato a effettuare le visite e gli accertamenti strumentali necessari per realizzare una prima scrematura dei residenti delle baracche. «In base all’accordo fatto con i medici di famiglia – spiega il direttore sanitario dell’Asp Domenico Sindoni – avremmo dovuto cominciare dalle persone che ci venivano di volta in volta indicate dai dottori. Invece stamattina hanno fatto capolino un po’ di persone che di loro spontanea volontà sono venute a farsi visitare».
Come Pietro e Concetta, una coppia di coniugi che appena ha saputo della presenza del camper si è recata all’ambulatorio mobile. «Viviamo da anni in baracca, ed è la prima volta che ci fanno visite a domicilio. Finalmente si sta muovendo qualcosa, speriamo bene». Prima della coppia di anziani coniugi «si sono presentate sei persone – prosegue Sindoni –, hanno tutti età compresa tra i 55 e i 70 anni. A ciascuno di loro facciamo l’esame spirometrico. Li facciamo soffiare in un tubicino di cartone. Se da questo test dovessero evidenziarsi dei problemi, effettueremo altra tipologia di accertamenti strumentali che non è possibile eseguire sul camper».
«È stato imposto a tutti i soggetti che vivono o hanno vissuto nelle baracche di sottoporsi a queste verifiche gratuite ed utili per avere il quadro definitivo dell’emergenza sanitaria che potrebbe emergere da tali attività», ribadisce il sindaco Cateno De Luca che ha chiesto a tutti di collaborare perché «l’asbestosi è una forma tumorale causata dall’esposizione all’amianto».
E già un caso di un residente che presenta questa patologia è stato certificato. «Nei prossimi due giorni saremo sempre qui – conclude Sindoni – nel frattempo saranno i medici di famiglia a invitare i proprio pazienti a recarsi indicando giorno e ora per sottoporsi a visita».
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