Messina, furto sacrilego nella chiesa di Sant’Elena Rubate ostie e reliquia, decapitata statua Madonna

Furto sacrilego nella chiesa di Sant’Elena di Messina. Chi è entrato ha portato via la pisside con dentro le ostie consacrate, ha decapitato la statua raffigurante la Madonna e rubato oggetti sacri tra i quali un reliquiario del ‘700 contenente la reliquia di Sant’Elena. «Si tratta di un atto vandalico senza precedenti per la nostra parrocchia – spiega padre Pippo Principato – ma la mia paura è che chi ha agito lo abbia fatto perché appartenente a qualche setta satanica. Non si spiegherebbe altrimenti la decapitazione della statuetta in gesso della Madonna e il fatto che abbiano portato via la testa. Stessa cose per le ostie consacrate e ancor di più per il reliquiario che custodiva una reliquia sacra». 

Profondo sgomento quello provato dai fedeli e dallo stesso sacerdote che si è accorto del furto. «Una doppia irruzione quella fatta ai danni della nostra parrocchia. Sabato durante la partita Italia-Germania sono entrati rompendo una vetrata e si sono introdotti in sacrestia». I malviventi hanno portato via tutto ciò che hanno trovato, compreso alcuni mazzi di chiavi. «Durante la notte tra domenica e oggi sono entrati chiesa», precisa don Pippo. Probabilmente utilizzando le chiavi perché la polizia scientifica intervenuta non ha trovato segni di effrazione. «Una volta in chiesa hanno staccato dal muro il tabernacolo, – continua il parroco – hanno danneggiato la statua e rubato il reliquiario. Hanno lasciato poi un biglietto con la scritta in inglese “andate all’inferno”». I poliziotti hanno sequestrato il biglietto e anche la penna usata per scrivere il messaggio nella speranza di rilevare impronte digitali. «Non posso che rivolgermi al buon Dio, che ci pensi lui», commenta padre Pippo.

Sulla pagina Facebook della parrocchia i fedeli hanno invece commentato: «Purtroppo qualcuno ha commesso un’ennesima azione vile ai danni non solo del nostro parroco ma dell’intera comunità, frantumando una vetrata della sacrestia per introdursi all’interno della stessa e, dopo averla messa a soqquadro, trafugare quel poco che ha potuto rinvenirvi dopo aver sparso a terra l’acqua benedetta e aver frantumato una statua della Vergine Maria».

Simona Arena

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