Il 12 maggio scattava all’alba l’operazione Matassa condotta da polizia e direzione distrettuale antimafia sugli affari dei clan di Camaro e Santa Lucia Sopra Contesse, che ha svelato il sistema messo in atto dalla cosca per procacciare voti durante gli anni delle elezioni regionali prima, nell’ottobre 2012, e comunali poi, nella primavera successiva.
Ieri, a poco più di un anno di distanza, è tornato in libertà Paolo David. L’ex consigliere comunale messinese, sotto processo per voto di scambio, era stato arrestato e portato in carcere, per poi passare ai domiciliari dieci giorni dopo. Da ieri per lui soltanto l’obbligo di dimora nel capoluogo. I giudici hanno accolto l’istanza del difensore, l’avvocato Nino Favazzo. A David viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata a reati di corruzione elettorale, in una inchiesta che ha visto gli inquirenti perseguire anche ipotesi di reato che vanno dalle estorsioni allo spaccio di droga, passando per l’acquisizione e la gestione di attività economiche e appalti.
Durante le indagini sarebbe emerso come la compravendita di voti durante la tornate elettorali finite sotto esame sarebbe stata mediata dalle famiglie mafiose dei quartieri Camaro-San Paolo e Santa Lucia Sopra Contesse. In mesi e mesi di indagini gli investigatori hanno documentato come per indirizzare i consensi gli imputati si sarebbero serviti di tutto. Dalle semplice buste della spesa alla consegna di somme in denaro, fino ad arrivare ad assunzioni presso strutture sanitarie.
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