Ammonta a oltre sette milioni e mezzo la frode fiscale individuata dalla guardia di finanza di Messina commessa da alcune imprese coinvolte nei settori edile, delle pulizie, dei trasporti e della grande distribuzione. Il tribunale di Messina ha disposto un sequestro bloccando conti correnti, quote societarie ma anche beni immobili, tra cui quelli in dotazione di un trust di diritto maltese.
Al centro del sistema illecito ci sarebbe stato l’imprenditore messinese A.G., di 53 anni, che tramite imprese di fiducia e prestanomi sarebbe riuscito a evitare il pagamento delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto. L’uomo e un prestanome – S.R., di 65 anni – è indagato per falso in bilancio e autoriciclaggio. L’indagine ha approfondito le operazioni effettuate nell’arco di dieci anni, tra cui la simulazione del trasferimento della società a Milano e di capitali anche fuori dall’Italia. Il gip che ha ordinato il sequestro ha sottolineato che dalla «trasmigrazione fittizia all’estero dei beni (immobili e quote societarie) si evince infatti
che i beni rimangono sostanzialmente nella disponibilità del nucleo familiare.
I sigilli hanno riguardato anche le quote di maggioranza della società che è proprietaria di un centro commerciale a Messina, oltre che decine di immobili. Tutti questi beni erano stati formalmente donati al trust di diritto maltese.
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