Messina, esposto da comitato Salvare ospedale Piemonte «Il pronto soccorso rimarrà senza reparto di Medicina»

Esposto in Procura contro ignoti, da parte del comitato Salvare l’ospedale Piemonte. Pomo della discordia, la chiusura del reparto di Medicina. Ipotesi di cui il gruppo si dice certo ma che è stata smentita dagli stessi vertici dell’Azienda ospedali riuniti Papardo-Piemonte.

I reati che potrebbero configurarsi sono «interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità; morte o lesioni come conseguenza di altro delitto; abuso d’ufficio». Lo ha reso noto, questa mattina, in conferenza stampa, Marcello Minasi, magistrato in pensione e presidente del comitato, chiarendo che la denuncia nasce dal trasferimento dei quattro posti di Medicina al Papardo: «In un intervento di pronto soccorso, in cui è necessaria la presenza dello specialista di Medicina, bisognerà attendere i tempi affinché il medico giunga dal Papardo e, poi, per l’eventuale ricovero, quelli del trasferimento del paziente dal Piemonte al Papardo: per questo abbiamo fatto pure riferimento a “morte o lesioni come conseguenza di altro reato”, che consiste nell’interruzione di un pubblico servizio in cui si crede di poter contare e che in realtà non c’è».

Silvano Arbuse, medico e membro del comitato, con riferimento alle notizie di stampa sul tavolo tecnico di ieri a Palermo, non esita a parlare di «operazione politica». «Si parla di tre poli – spiega – Piemonte per la riabilitazione, Papardo per l’oncologia e Policlinico, che di fatto rimarrà l‘unico vero e proprio ospedale, anche come pronto soccorso. Si sta portando avanti un progetto privato». Emilia Barrile, presidente del consiglio comunale di Messina, spiega di avere scritto all’assessora Lucia Borsellino per «sapere come il decreto legge arriverà in aula e se saranno apportate delle ulteriori modifiche. Speriamo che giorno 15, data in cui è stato annunciato a Messina un altro tavolo tecnico, potremo avere il piacere di parteciparvi». Presenti anche Il segretario della Uil Fpl, Giuseppe Calapai, il consigliere comunale Libero Gioveni; il consigliere della quarta circoscrizione, Renato Coletta; il segretario della Uil Medici, Mario Macrì.

A loro dire, è stata l’Azienda a precisare che le prestazioni di Medicina saranno assicurate solo dal Papardo. Ma Giacomo Nicocia, responsabile del governo clinico dei due ospedali riuniti, smentisce: «Il Piemonte avrà un pronto soccorso di primo livello con quattro posti di osservazione breve e con tutte le unità operative annesse a un presidio attivo 24 ore su 24». Il tecnico parla di «trattamento sanitario superiore» a quello che oggi possono offrire le altre Aziende cittadine. «Terminata la fase acuta – afferma – inizierà senza tempi indefiniti la fase di riabilitazione. Ecco il perché della necessità di una chirurgia specialistica riabilitativa e di una traumatologia-ortopedia riabilitativa». Tra i 73 e 78 i posti letto previsti. «Oltre all’attività di emergenza urgenza – continua – i cittadini messinesi avranno a disposizione i reparti di Medicina interna con 12 posti letto, Chirurgia, Ortopedia-traumatologia e Anestesia-rianimazione, tutti con otto posti letto, e Cardiologia con sei posti più due di Utic, oltre ai 31 di riabilitazione che verranno trasferiti dal Papardo». Non è chiaro, però, dove saranno collocati i 12 posti di Medicina interna. 

Nicocia invita a «plaudire» alla fusione con l’Irccs Neurolesi Bonino-Pulejo, «che, come già detto dall’assessora Borsellino, permetterà a Messina di avere nel centro cittadino un moderno pronto soccorso di altissima qualità e un centro di riabilitazione che potrebbe rappresentare la punta di diamante della sanità meridionale». Positivo, in merito al tavolo tecnico sulla sanità messinese insediatosi ieri, il giudizio di Renato Accorinti. Il sindaco è stato duramente attaccato questa mattina in conferenza stampa dal comitato: «Snobba l’ospedale Piemonte, snobba la città», afferma Calapai. Mentre Barrile lo accusa di essersi recato da solo ai tavoli tecnici, dopo aver invitato il consiglio a «camminare insieme».

Fabio Bonasera

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