Messina e Reggio Calabria unite per difendere l’aeroporto calabresi. Sono volati a Roma i due sindaci dirimpettai e al ministero dei Traporti hanno preso una posizione sul paventato abbandono da parte di Alitalia dello scalo reggino Tito Minniti. Un abbandono previsto a partire dal prossimo 27 marzo, che di fatto azzererebbe i collegamenti da Reggio al resto d’Italia.
Per rilanciare il Minniti occorrerebbe aprire rendere lo scalo accessibile alle compagnie low cost. Per farlo tra le richieste al ministro Graziano Del Rio c’è la quella di allargare a più piloti la possibilità di atterrare a Reggio. Oggi è infatti necessaria una particolare abilitazione. Inoltre nel quadro dell’accordo che il Comune di Messina sta per concludere con l’amministrazione Falcomatà per la nascita di un’agenzia dei trasporti sullo Stretto – il protocollo d’intesa dovrebbe essere firmato la prossima settimana – l’aeroporto diventa una struttura strategica.
Grazie alle somme disponibili del Pon Città Metropolitane e in particolare dal Pac Metro, le due città metropolitane hanno a disposizione un portafogli di 26 milioni di euro. E nelle intenzioni delle due amministrazioni c’è come obiettivo quello di migliorare l’offerta della mobilità, integrando i sevizi locali e potenziando quelli generali. Si potrebbero aggiungere delle corse dei traghetti della mattina, permettendo ai Messinesi di prendere il primo aereo in partenza da Reggio, e quelle della sera per consentire a un’utenza maggiore di utilizzare l’aeroporto senza la paura di atterrare e non avere la possibilità di tornare a Messina.
E consentire anche ai cittadini dell’area metropolitana dello Stretto di trascorrere del tempo libero nelle due città, realizzando quella comunità a cui puntano i due sindaci. In tale direzione si inseriscono anche i biglietti integrati che consentiranno con lo stesso titolo di viaggio, acquistato a Reggio o Messina, di partire da una sponda e approdare all’altra usando anche i mezzi del trasporto pubblico locale. La creazione dell’agenzia dello Stretto, se riconosciuta dallo Stato come ente di governo, con programmi comuni, consentirebbe alla stessa di avere autonomia decisionale, programmatoria e ed economica. All’inizio della prossima settimana è previsto un nuovo incontro.
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