Dopo essere stati condannati, adesso dovranno anche risarcire la cifra di 55mila euro per aver tentato di pilotare un concorso alla facoltà di Veterinaria di Messina, bloccando l’assunzione del professore associato Filippo Spatola, che era stato ritenuto idoneo dalla commissione esaminatrice. Si tratta della vicenda giudiziaria scaturita dalle denunce di un professore, Giuseppe Cucinotta, docente di Veterinaria, che ha portato a sei condanne. Due anni e sei mesi all’ex rettore messinese Franco Tomasello e tre anni per l’ex preside Battesimo Macrì. Condanne diventate definitive dopo che la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai loro legali. Definitive anche le altre quattro condanne già emesse nei confronti del funzionario del rettorato Eugenio Capodicasa, a due anni, stessa pena inflitta alla moglie Ivana Saccà; due anni a sette mesi per Stefano Augliera, quattro anni per Giuseppe Piedimonte. Prescrizione dei reati per Antonio Pugliese.
A far scattare l‘indagine della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza erano state le dichiarazioni del professore Cucinotta, docente di Clinica chirurgica e Patologia chirurgica nel dipartimento di Chirurgia e fisiopatologia della facoltà di Veterinaria. Cucinotta aveva detto di essere stato destinatario di pressioni affinché, quale componente della commissione, orientasse l’esito del concorso per un posto di professore associato a favore del figlio del professore Macrì.
La condanna in primo grado nel 2007 costò all’allora rettore la sospensione per due mesi dalla funzioni. Pochi mesi dopo, nel dicembre del 2008, Tomasello viene nuovamente sospeso per due mesi dalla carica perché accusato di abuso d’ufficio in merito a un’altra selezione, tenuta nel 2006 per assumere un medico del Lavoro al Policlinico. Tomasello è stato poi assolto in primo grado.
Finito il mandato, Tomasello è stato coinvolto ad ottobre 2013 in un’altra inchiesta sfociata con l’arresto di due docenti per un concorso per ricercatore di genetica medica, che secondo l’accusa sarebbe stato pilotato a favore del figlio di Giuseppe Bisignano, direttore del dipartimento di Farmacia. L’accusa per l’ex rettore, rinviato a giudizio nel febbraio del 2014, anche in questo caso, è di abuso d’ufficio.
Adesso sono 12 i professori dell’università di Messina condannati dai giudici della sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti per la Regione siciliana al risarcimento di 55mila euro. Francesco Tomasello, ex rettore dell’ateneo peloritano, Giovanni Germanà, Battesimo Consolato Macrì, ex preside della facoltà di Veterinaria, Salvatore Giannetto, Pietro Paolo Niutta, Antonio Pugliese, Santo Cristarella, Giuseppe Pedimonte, Antonina Zanghì, Francesco Naccari, Marisa Masucci, Maria Grazia Pennisi, (docenti e componenti del Consiglio di facoltà Veterinaria). Nel dettaglio Tomasello e Macrì dovranno risarcire ciascuno 9.500 euro; Germanà e Giannetto 5.500 euro ciascuno; Pugliese e Niutta 4.500 euro; Cristarella, Piedimonte, Zanghì, Naccari, Masucci e Pennisi 2.694 euro.
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