Sarebbe stato il boss di Provinciale Giovanni Lo Duca a ordinare il pestaggio dello scorso 30 marzo ai danni di un pregiudicato messinese. L’uomo doveva essere punito per un’onta che andava cancellata. Era necessario riaffermare la propria supremazia criminale. Questo, secondo la squadra mobile, il movente della violenza avvenuta l’anno scorso.
A essere arrestati, oltre al 48enne Giovanni Lo Duca, anche Felice Vita, 36 anni, Domenico Romano, 35 anni, Domenico De Pasquale, 42 anni; questi ultimi ritenuti esecutori della spedizione punitiva. Per loro le accuse sono di lesioni gravi, violazione di domicilio, porto e detenzione di arma da fuoco tutti aggravati dal metodo mafioso le accuse che gli vengono contestate.
Bersaglio del gruppo sarebbe stato un pregiudicato che si trovava agli arresti domiciliari. La vittima è stata raggiunto a casa da tre uomini che, nonostante la presenza della moglie e della figlia, lo hanno pestato a sangue usando un coltello, un casco, un tirapugni e una pistola. Trauma cranico, fratture delle ossa nasali, contusioni al torace ed all’addome le conseguenze riportate dall’uomo. Le indagini della squadra mobile coordinata dalla procura si sono basate su intercettazioni, analisi delle telecamere adiacenti l’immobile teatro dello scontro e l’ascolto di testimoni.
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