Trentanove condanne e 18 assoluzioni. Questa la decisione del giudice monocratico Fabio Pagana nel processo in primo grado sui casi di assenteismo all’ex Provincia regionale di Messina. Condannati dipendenti di Palazzo dei Leoni a più livelli, dai dirigenti agli impiegati.
L’indagine della Digos scattò a dicembre del 2012 e fino a Natale monitorò le entrate e le uscite dei dipendenti dell’ente di corso Cavour registrando delle anomalie nel passaggio dei badge che serve ad accertare la presenza sul posto di lavoro. Coordinate dal sostituto Antonio Carchietti, le indagini sono riuscite a documentare 36 casi di truffa. Tutti portati avanti con la stessa modalità: quando un dipendente «si assentava dal luogo di lavoro, dissimulava tale assenza conferendo il proprio badge segnatempo» a un collega, «il quale provvedeva – tramite la timbratura (strisciata) del badge, nell’apposita apparecchiatura elettronica – a far falsamente apparire il collega presente nelle ore in cui costui era, in realtà, assente».
Trentotto i capi d’imputazione contestati agli imputati, 36 di truffa ai danni dello Stato, due di danneggiamento che riguardano esclusivamente due dipendenti. Si sono verificati a distanza di quattro giorni uno dall’altro. Il primo il 10 dicembre del 2012 quando un dipendente si è accorto che era stata installata una telecamera dagli investigatori della Digos nel corridoio del piano terra, vicino all’ingresso principale di corso Cavour della Provincia. L’uomo quindi «si muniva di bastone allungabile» e comincia a colpire la telecamera fino a frantumarla. Il 14 dicembre, il secondo episodio quando un altro impiegato si accorse della telecamera che era stata collocata all’altro ingresso che si affaccia in via XXIV Maggio. In questo caso armato di un manico di scopa spostò verso il muro le telecamere.
Le condanne
Rosario Anastasi, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Paola Francò, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Francesca Sofia, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Teodoro Scandurra, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Umberto Andò, un anno e dieci mesi e 800 euro di multa;
Demetrio La Torre, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Giovanni Pinto, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Graziella Currenti, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Santo Arrò, un anno e due mesi più 400 euro di multa;
Andrea Valenti, un anno e due mesi più 400 euro di multa;
Antonino Bonansinga, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Ettore Grimaldi, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Gaetano Mangano, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Roberto Branca, un anno e sei mesi e 600 di multa;
Giovanni Liotta, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Antonino Infondenti, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Giovanni Tripodo, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Anna Burrascano, un anno e due mesi più 400 euro di multa;
Daniela Cucè Cafeo, un anno e due mesi più 400 euro di multa;
Giovanni Lauria, un anno e due mesi più 400 euro di multa;
Alfio Tiano, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Salvatore Libro, un anno e quattro mesi 500 euro di multa;
Giuseppe Gemelli, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Santo Mondello, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Maurizio La Spina, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Maria Caputo, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Orazio Lombardo, un anno e due mesi;
Maria Giovanna Militello, un anno e due mesi;
Carmelo Gambadoro, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Natale Chillemi, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Domenica Mangraviti, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Domenica Fini, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Angela Rosanna Melita, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Santi Daniele Piccione, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Giuseppe Giacobbe, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Alfredo Misitano, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Luigi Triglia, un anno e quattro mesi e 500 euro di multa;
Santo Patanè, un anno e due mesi e 400 euro di multa;
Angela Criscillo, un anno e due mesi e 400 euro di multa.
Assolti con formula «perché il fatto non sussiste»: Giuseppe di Giorgio, Salvatore Gullí, Caterina Basile, Pasquale Retti, Santi Paladino, Rosario Bruschetta, Antonino La Camera, Carmela Caiezza, Placido Giordano, Mario Micali, Nicola Libro, Rosario Mondelli e La Rosa Arnò, Cosimo Pistorino, Marisa Passalacqua, Carmela Sedia, Francesco Cristaudo, Santo Bonasera.
Assoluzioni parziali per Umberto Andò, Demetrio La Torre, Giovanni Liotta, Roberto Branca, Anna Burrascano, Giuseppe Gemelli e Santo Mondello.
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