Messa dell’aurora, poliziotti e commozione «Catanesi in fila, Duomo come San Pietro»

«Tre file ordinate. Hanno aperto i cancelli della Cattedrale qualche ora prima e i cittadini si sono messi in attesa a due a due, pronti per i controlli della polizia», è il commento di un poliziotto fuori servizio, che indossa il sacco bianco. Un religioso silenzio e nessun disordine hanno accompagnato, sin dalle prime ore dopo la mezzanotte, l’ingresso dei fedeli al Duomo di Catania. La novità dei metal detector è stata accolta senza proteste dai catanesi che oggi hanno assistito alla messa dell’aurora, uno dei momenti più emozionanti della festa di Sant’Agata. A migliaia, forse un po’ meno degli anni passati, hanno affollato la piazza principale della città e hanno gremito le navate della basilica da cui, intorno alle sette, è uscito il busto reliquiario della patrona. Pronto a cominciare il giro esterno e a dare ufficialmente il via alle celebrazioni agatine.

«Mi sembrava di essere a San Pietro», afferma la signora Rosaria, casalinga di 55 anni, da sempre legata al culto della patrona etnea. I metal detector annunciati dalla questura, in realtà, sono stati rimossi poco dopo le 4.30 del mattino. Quando ormai il Duomo era pieno e sono cominciate le manovre delle candelore per uscire dalla chiesa e iniziare in strada la processione. In una cornice del tutto inedita: la piazza piena di poliziotti, finanzieri e carabinieri. «Non ce n’erano mai stati così tanti, ma sono contenta che ci siano. Mi danno un’idea di sicurezza», sostiene Giada, 29 anni, che lavora nel campo della ristorazione. «Terrorismo o altro non importa, se ci può essere più ordine nella festa è meglio», le fa eco Claudia, sua collega, 33 anni

«Che significato ha avuto togliere i metal detector dopo un paio di ore?», domanda Saverio, 24enne pizzaiolo. «Forse hanno capito che ci stavano rovinando una tradizione», risponde Salvo, artigiano di 29 anni. A lui quel dispiegamento di militari e agenti di polizia non piace. Così come non piace a un giovane di 20 anni. «La festa è dei devoti, non è dei poliziotti – dice – Non ho capito a che servono questi vaddia tutti qua in giro. Se uno deve fare qualche cosa lo fa comunque». Accanto a lui cinque ragazzi gli danno ragione. Hanno tutti un’età compresa tra i 17 e i 20 anni. «Andiamo a scuola, ma lavoriamo», spiegano. «Lavorano da me – interviene il 20enne – Ho un centro scommesse in piazza Risorgimento. Per me gli sbirri devono stare fuori dalla festa». 

La loro opinione, però, almeno all’apparenza è isolata. E il clima in piazza è di grande commozione. Gli applausi scroscianti accompagnano l’uscita del busto dal Duomo e il suo breve percorso verso la vara. Una selva di fazzoletti bianchi saluta Sant’Agata e alcuni devoti gridano: «È un anno che non la vediamo, facciamoci sentire ancora più forte. Siamo tutti devoti tutti. Cittadini». La campane suonano a festa e le casse diffondono l’inno dedicato alla martire etnea. «La vedi quant’è bella?», dice un padre alla figlia piccola, seduta sulle sue spalle. «È uscita adesso. Ma resta fuori per sempre?».

Luisa Santangelo

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